Sabato 10 febbraio - Ore 21:00
Domenica 11 febbraio - Ore 16:00 e 21:00
Sabato 17 febbraio - Ore 21:00
Domenica 18 febbraio - Ore 16:00 e 21:00
Giovedì 19 aprile - Ore 15:00
Storia di Ella e John, della loro fuga per sottrarsi alle cure dei medici e
dei figli ormai adulti. Lui svanito, ma forte, lei acciaccata, ma
lucidissima, si regalano un'avventura per le strade americane, da Boston a
Key West a bordo del loro vecchio camper, e tra momenti esilaranti ed altri
di autentico terrore, ripercorrono l'appassionata vicenda di un amore
coniugale che sembra destinato a regalare rivelazioni sorprendenti fino
all'ultimo istante.
Regia: Paolo Virzì
Interpreti: Helen Mirren, Donald Sutherland, Kirsty Mitchell, Christian McKay, Dana Ivey, Janel Moloney, Joshua Mikel, Dick Gregory, Chelle Ramos, Joshua Hoover
Sceneggiatura: Stephen Amidon, Francesca Archibugi, Francesco Piccolo, Paolo Virzì
Fotografia: Luca Bigazzi
Montaggio: Jacopo Quadri
Musiche: Carlo Virzì
Durata: un'ora e 52 minuti
Ella e John sono fuggiti. A bordo di un vecchio camper del ’75, il Leisure Seeker (“cercatore di svago”), per attraversare l’America. E raggiungere le Florida Keys, per vedere la casa di Hemingway, scrittore sempre al centro dei pensieri di John, vecchio professore di letteratura ora malato di Alzheimer.
Quella è la meta, ma quello che conta è il viaggio: Paolo Virzì torna negli States 15 anni dopo My Name is Tanino (2002) e si mette al volante di un film tanto “semplice” quanto straordinario, senza rinnegare una virgola della sua riconoscibile poetica cinematografica, sempre attenta a mettere in risalto la componente umana prima di qualsiasi altra cosa, sempre capace di miscelare commedia e dramma senza sotterfugi o trovate a effetto, sempre in grado di dialogare tanto con la testa quanto (soprattutto) con il cuore.
Stavolta, forse più che mai, il regista livornese (che porta sullo
schermo il romanzo In viaggio contromano di Michael Zadoorian, ed.
Marcos y Marcos) può anche concedersi il lusso di affidarsi ad un pilota
automatico (anzi due) in grado di assorbire, fare proprio tutto il
carico di una lunga esistenza (idealmente) condivisa e trasmetterla al
pubblico con una classe, una leggerezza disarmante, divertente e
commovente.
Helen Mirren e Donald Sutherland SONO Ella e John: lei è
ancora energica e determinata, nonostante il tumore che la sta
divorando, lui è stralunato e mansueto, in lotta con i ricordi e la
scomparsa della memoria. Insieme, fuggono da un destino fatto di cure
invasive e ospedalizzazioni (già programmato per lei dai figli Will e
Jane), e si lasciano andare, un’ultima volta, verso la vita. Che è
fatta, nonostante tutto, anche delle solite quisquilie quotidiane, come
le discussioni se siano meglio i boxer nuovi comprati da lei o le
solite, usurate mutande che preferisce indossare lui (“sento il
controllo”).
Certo, non è facile, soprattutto per Ella, costretta ogni volta senza
preavviso a dover “riportare” a sé l’amato marito, che la dimentica
anche in una stazione di servizio o la scambia per la vicina di casa, ma
è una fatica che nei “ritorni” di John trova più di una semplice
consolazione.
È un partire per continuare a ritrovarsi, quello di
Ella e John, per non rassegnarsi alla fine andandole comunque incontro,
per continuare a condividere le gioie e i dolori di un abbraccio che
dura da quasi 50 anni. E per riassaporare, ogni sera nei vari campeggi
dove si fermano a dormire, la loro storia, far riemergere i ricordi
attraverso qualche vecchia diapositiva sbiadita, con loro giovani, i
figli piccoli, la vicina di casa, gli studenti di John.
Virzì ci chiede di far parte di questo abbraccio, di pensare ai nostri nonni, ai nostri genitori, al nostro domani, lasciando a due interpreti straordinari il compito di ricordarci che cosa significhi l’amore. E la vita. (Valerio Sammarco)