Beatrice Morandini Valdirana è una chiacchierona istrionica, sedicente contessa e a suo dire in intimità coi potenti della Terra. Donatella Morelli è una giovane donna tatuata, fragile e silenziosa, che custodisce un doloroso segreto. Sono tutte e due ospiti di una comunità terapeutica per donne con disturbi mentali, entrambi classificate come socialmente pericolose. Il film racconta la loro imprevedibile amicizia, che porterà ad una fuga strampalata e toccante, alla ricerca di un po' di felicità in quel manicomio a cielo aperto che è il mondo dei sani.
Regia: Paolo Virzì
Interpreti: Valeria Bruni Tedeschi, Micaela Ramazzotti, Valentina Carnelutti, Tommaso Ragno, Bob Messini, Sergio Albelli, Anna Galiena, Marisa Borini, Marco Messeri, Bobo Rondelli
Sceneggiatura: Francesca Archibugi, Paolo Virzì
Fotografia: Vladan Radovic
Montaggio: Cecilia Zanuso
Musiche: Carlo Virzì
Durata: un'ora e 58 minuti
Ingresso: 4.00 € - Il costo del biglietto
"(...) non fatevi ingannare dalla foto col foulard e l'auto sportiva vintage, non sono le 'Thelma & Louise' all'italiana, dice Paolo Virzì. Tanto più che alla sua amica Francesca Archibugi, con cui ha scritto per la prima volta un film, la storia di quelle due donne che vogliono evadere dalla routine a bordo di una vecchia Ford non era nemmeno piaciuta. Se proprio non si può fare a meno di una citazione, a Virzì, questa ribellione alle regole che sprigiona energia, ricorda 'Qualcuno volò sul nido del cuculo'. (...) È la storia di un'amicizia imprevedibile, e di una fuga rocambolesca e toccante che all'inizio sembra poco più di una bravata. Un viaggio nei ricordi più dolorosi e nella libertà. Due donne così vicine e così diverse, separate, condannate, giudicate dal mondo; due solitarie che fanno un pezzo di vita insieme." (Valerlo Cappelli, 'Corriere della Sera', 7 maggio 2016)
"(...) uno dei più bei film italiani della stagione (e non solo) (...). Applauditissimo a Cannes, dove tutti hanno riconosciuto all'istante il Dna della grande commedia italiana (...). ma così trascinante e riuscito che viene da chiedersi dove sia il suo segreto. Il lato più evidente è la straordinaria alchimia tra le protagoniste (...) ovvero la loro capacità di recitare davvero senza rete, dandosi senza riserve ai personaggi, ma mantenendo sempre un controllo perfetto, anche nel lungo prologo ambientato tra persone davvero problematiche (una scelta niente affatto scontata). L'altra risposta è la qualità della sceneggiatura. Oggi che bastano una trovata azzeccata o dialoghi brillanti a far gridare al miracolo, ecco infatti un copione che condensa mondi interi in una battuta e spunti non banali nei continui equivoci fra queste donne che rappresentano due Italie inconciliabili. E se il dramma incombe fin dalle prime scene, poi resta sapientemente sottotraccia per esplodere nel sottofinale. Sempre sorretto da un cast di comprimari bravissimi (...) e diretti con mano impeccabile da un Virzì sempre più bravo nello schizzare tutto un carattere in due scene. i fanatici del nuovo storceranno il naso per la linea fin troppo classica. A noi sembra che in temp così confusi un film così brillante e autoironico (...), oltre che una benedizione sia un esempio di buon uso della tradizione e delle risorse ancora disponibili. Umane, espressive e produttive." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 15 maggio 2016)
"Viaggio «on the road» lungo la costa della Versilia e nei meandri di due anime allo sbando il copione sceneggiato da Virzì con la collega Francesca Archibugi; e che fra loroesista una fraterna affinità elettiva è dimostrato dalla felicità con cui sono scritti i personaggi femminili, incarnati con magica aderenza da Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti. Vero che al film avrebbe giovato qualche piccolo taglio, ma è un peccato veniale, perché lo spessore umano delle protagoniste è più forte di tutto. Beatrice e Donatella balzano in rilievo sullo schermo come creature reali, fragili, complesse, misteriose e schiette. E Virzì, ben coadiuvato dal direttore di fotografia Vladan Radovic, le pedina con uno sguardo amoroso che trascina con sé lo spettatore." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 15 maggio 2016)
"Paolo Virzì, quasi ad ogni film, continua a proporsi come uno degli autori più significativi del nostro cinema. (...) Arrivando adesso a questa «Pazza gioia», felicemente ambientato nella sua Toscana, mai vernacola semmai molto intimista, che riassume in tanti dei suoi meriti, sia da un punto divista narrativo sia finemente stilistico. (...) Virzì, con Francesca Archibugi, (...) ha costruito una storia fitta di sottili chiaroscuri in cui le psicologie di ciascuno sono sempre sottilmente analizzate perché ne scaturisca un clima che, pur asciutto, favorisce l'emozione ad ogni suo risvolto, e attorno lo stile di regia alterni con meditata sapienza il dramma e la commedia, le tensioni e le pause, mentre la luce generosamente diffusa su ogni momento dell'azione trascorre sicura dal solare al plumbeo grazie anche alla magia eterna dei panorami toscani. Vi corrispondono due attrici tra le migliori del cinema italiano, di oggi, Valeria Bruni Tedeschi sempre su di giri, Micaela Ramazzotti, sempre imbronciata, dolorosa e depressa. Un duetto da non dimenticare." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 17 maggio 2016)
"Piacerà perché è un elogio della follia come vorremmo che fosse. Un'evasione (senza terribili conseguenze) dalla dura realtà quotidiana. Perché Virzì tornato in gran forma (dopo il flop del suo musicarello). E la Bruni e la Ramazzotti esplodono con un talento di commedianti che solo Virzì (forse) aveva intuito in loro." (Giorgio Carbone, 'Libero', 19 maggio 2016)
"La pazza gioia è forse l'emozione che ci si porta dietro dopo aver visto l'ultimo film di Paolo Virzì (...). Un film con il quale il regista toscano (...) riflette con sensibilità, umorismo e intelligenza sui labili confini tra sano e insano e ci invita a seguire le sue 'ragazze interrotte' e 'sbagliate' in un rocambolesco viaggio fisico ed emotivo in cerca di amore e libertà. Gran parte del merito va alle due straordinarie protagoniste, Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti (...) dolcissime ed esilaranti creature (...).Beatrice e Donatella ci fanno ridere e piangere mentre affrontano i propri fallimenti, le paure e le ingiustizie, e tentano goffamente di rimediare agli errori commessi ricordandoci che la vita riserva sempre nuove, imperdibili occasioni." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 20 maggio 2016)
"(...) un 'road movie' simpatico e toccante. Con un occhio a 'Qualcuno volò sul nido del cuculo' (1975), Virzì porta sullo schermo una storia di donne graffiate dalla vita, sole, emarginate, che cercano insieme una via di riscatto. L'umorismo e la leggerezza non nascondono le ferite delle donne, tratteggiate con delicatezza e coraggio." (Dario Edoardo Viganò, 'Credere', 22 maggio 2016)