Questo evento non è attualmente presente nella programmazione dell'auditorium
Per conoscere la nostra programmazione vai alla home page del sito con oppure utilizza uno dei nostri canali informativi: newsletter
Milano. L'ispettore Monaco, dopo la morte della moglie, si è autorelegato dietro una scrivania. Stanco del contatto con le persone e degli odori della violenza, vuole solo carte da controllare, niente attività sul campo. Tuttavia, quando sua figlia Linda si troverà coinvolta nell'omicidio del signor Ullrich, Monaco, spinto dalle sue responsabilità di padre, unirà le sue forze con quelle dell'amico e collega Levi per cercare di risolvere il caso e difendere Linda. Le indagini faranno emergere una vita metropolitana sotterranea, fatta di decadenza e promiscuità; ma, soprattutto, faranno luce su una nuova e crudele realtà che metterà l'ispettore stesso di fronte a una difficile scelta...
Regia: Bruno Oliviero
Interpreti: Silvio Orlando, Giuseppe Battiston, Sandra Ceccarelli, Alice Raffaelli, Renato Sarti, Arianna Scommegna, Giorgia Senesi, Dafne Masin, Mao Wen, Davide Tinelli, Caterina Luciani
Sceneggiatura: Bruno Oliviero, Doriana Leondeff, Valentina Cicogna
Fotografia: Renaud Personnaz
Montaggio: Carlotta Cristiani
Musiche: Michael Stevens
Durata: 1 ora e 23 minuti
Bruno Oliviero dal doc al giallo: sfumature coraggiose
Napoletano, trapiantato ormai da una decina d’anni a Milano,
Bruno Oliviero conosce le atmosfere della città meneghina forse
meglio dei milanesi stessi: per questo, dopo la serie di
documentari dedicati (MM Milano Mafia, Milano 55,1 e Il giudice
e il segreto di Stato), non poteva non ambientare proprio lì il
suo primo film di finzione. Che tenta di riportare il cinema
italiano sulla strada del giallo, genere ormai snobbato dalle
consuete produzioni: l’ispettore Monaco (Orlando) è costretto ad
indagare sull’omicidio di un noto uomo d’affari. Vedovo da tre
anni, Monaco ha staccato tanto dalla vita privata (non funziona
il rapporto con la figlia adolescente, interpretata
dall’esordiente Raffaelli) quanto dal suo ruolo pubblico. Ma
l’indagine, che lo porta a scoprire una realtà metropolitana
decadente e promiscua, lo costringe a riconsiderare tutto
quanto.
Un “giallo dell’anima”, La variabile umana, che paga forse uno sviluppo del racconto non pienamente convincente, ma al quale va dato atto di aver saputo impiegare un attore come Orlando lontano dai suoi abituali confini e di possedere una ben più che riconoscibile idea di messa in scena. Che sfiora le atmosfere del noir, sfruttando le musiche di Michael Stevens, compositore jazz sodale di un certo Clint Eastwood... (Valerio Sammarco)