Con Ivana Monti, Paola Quattrini, Sergio Muniz
Regia Giancarlo Marinelli
Mercoledì 27 gennaio 2016 - Ore 21:00
Ingresso: 23.00 €
Nella loro antica casa di Brooklyn vivono le sorelle Abby e Marta Brewster, due attempate signorine molto benvolute nel quartiere per le loro opere di beneficenza e di carità. Con loro abita uno stravagante nipote, Teddy, convinto di essere il Presidente Roosevelt.
Da qualche tempo le due vecchiette ricevono sempre più spesso le visite di Mortimer, fratello di Teddy, affermato critico teatrale, che è solito incontrarsi nella casa delle zie con la fidanzata Elena Harper, figlia del pastore della vicina Chiesa metodista. Durante una di queste visite Mortimer fa una scoperta agghiacciante: nella cassapanca sotto la finestra c’è il cadavere di uno sconosciuto. Chi può averlo ucciso e messo lì?
Per Mortimer non vi sono dubbi: Teddy, che tutti credono innocuo, è invece, evidentemente, un pericoloso assassino. Ma la realtà è assai diversa...
E’ giusto aiutare qualcuno a congedarsi dalla vita quando vengono a mancare il sorriso, l’amore o anche solo la speranza della felicità? E’ giusto proteggere un fratello assassino e un fratello pazzo ad ogni costo, coprire i loro misfatti in nome del sacro vincolo famigliare? E’ giusto rivelare ad un figlio adottato in fasce e ormai divenuto un uomo che quella non è la sua famiglia naturale?
Non cercate la risposta in un libro di filosofia, in un trattato di sociologia e nemmeno tra le vette dipinte da Shakespeare o da Strindberg. Non cercate la risposta nella tragedia greca, né nella disgraziata famiglia del Commesso Viaggiatore.
Troverete tutto, invece, in “Arsenico e Vecchi Merletti” di Joseph Kesselring. Un capolavoro che è ad un tempo giallo e commedia; operetta morale e macchina comica, dove si pensa con il sorriso e si sorride con il pensiero.
Pensate un po’; da bimbo, mia madre me la raccontava come una favola: “C’era una volta un grande casa con due vecchie signore, un cimitero, una cantina, un matto che suona la tromba e un mostro alto due metri…”.
Mia madre finiva la storia e io le chiedevo: “Ma la morale? Qual è la morale?”.
Lei non mi rispondeva.
Venite a teatro. Sarò io a raccontarvi questa favola. Ma non la morale. Quella la racconterete voi a me.
Giancarlo Marinelli