Giovedì 11 febbraio 2016 - Ore 21:00
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Chaplin, nonostante l'avvento del sonoro, rimane legato ai tempi e ai ritmi del cinema muto e anche in questo caso si affida all'audio per l'indimenticabile colonna sonora musicale e per i suoni e i rumori, ma evita il più possibile le parole (e quando ne fa uso le assemblea con effetti surreali). In un'intervista rilasciata al "New York World" nel febbraio 1931 aveva affermato: "I macchinari che consentono di risparmiare manodopera ed altre invenzioni moderne non sono stati fatti per ricavare profitto ma per assistere l'umanità nella ricerca della felicità. La speranza per il futuro dipende da cambiamenti radicali per far fronte a questa situazione. I benestanti non vogliono che la situazione presente cambi. Non è certo questo il modo di impedire che si affermino idee bolsceviche o comuniste". Cinque anni dopo la luce dei proiettori si accendeva su Charlot, operaio in una fabbrica dai ritmi disumani: il manicomio, il carcere e le turbolenze di una vita ai margini del benessere non spengono la speranza in un futuro migliore.
Il film viene presentato con le musiche originali composte da Charlie Chaplin, eseguite dall'Orchestra NDR Radiophilharmonie diretta da Timothy Brock e registrate nel 2006.