Sabato 28 ottobre | Ore 21:00 |
Domenica 29 ottobre | Ore 16:00 e 21:00 |
11 settembre 2001, New York. John McLoughlin è un veterano del dipartimento di polizia di Port Authority che come ogni mattina si reca al lavoro a Manhattan. Appresa la notizia della gravissima situazione in cui versa il World Trade Center, si reca sul posto con una squadra di cui fa parte la matricola Will Jimeno. Penetrati nell'edificio, i due rimangono intrappolati dopo un crollo che uccide tutti i loro compagni, sotto circa sei metri di lastre di cemento e lamiere contorte. Nonostante le gravissime ferite riportate, grazie alla loro forza d'animo e all'intervento di un ex marine in missione solitaria e disperata, i due sopravvissuti vengono individuati dopo 13 ore e portati in salvo, dopo una complicata e lunghissima operazione di recupero.
Regia | Oliver Stone |
Sceneggiatura | Andrea Berloff |
Scenografia | Beth A. Rubino |
Musiche | Craig Armstrong |
Montaggio | Julie Monroe |
David Brenner | |
Trucco | Jay Wejebe |
Carol Collini | |
Craig Lindberg | |
Costumi | Michael Dennison |
Fotografia | Seamus McGarvey |
Nicolas Cage | John McLoughlin |
Michael Pena | Will Jimeno |
Maggie Gyllenhaal | Allison Jimeno |
Maria Bello | Donna McLoughlin |
Stephen Dorff | Scott Strauss |
Michael Shannon | David Karnes |
Nick Damici | Kazmatis |
Valutazione Pastorale (dal sito dell'Associazione Cattolica Esercenti Cinema (ACEC))
Giudizio: Accettabile/realistico
Tematiche: Amicizia; Famiglia; Libertà; Solidarietà-Amore; Storia; Terrorismo
Non era un argomento facile da trattare. Oliver Stone lo risolve da par suo, con un folgorante inizio sulla metropoli che al mattino si alza e diventa viva, poi sprofonda nella ferita mortale dell'attentato, e infine é capace di rimettersi in piedi, mostrando grinta, capacità reattive, coraggio. E senza che tutto questo scada nella stinta reorica dell'ottimismo americano a tutti i costi. Stone é teso, incisivo, provocatorio quando accanto ai due 'eroi' fa materializzare figure di Gesù con il cuore sanguinante ( fischi a Venezia da parte di certa 'critica' spiazzata) e e quando conduce in porto un'idea di 'famiglia' come luogo unico dal quale può partire la riscossa di un Paese contro il terrorismo. Un racconto vero diventa spunto per una favola epica e struggente. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come accettabile e nell'insieme realistico.
Utilizzazione: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria e da riproporre in molte occasioni come lettura sottile e disincantata di una tragedia della recente storia americana.
"L'inizio è terribile, degno delle migliori regie di Stone. La progressione dell'attentato terroristico, ancora poco chiaro a tutti, poi i suoi effetti devastanti, ricostruiti con grande sapienza tecnica. Quindi i soccorsi, ancora in cifre corali, con l'azione che si restringe presto attorno al gruppetto di agenti sepolti vivi, di cui solo due si salveranno. Mentre, in parallelo, si seguono le angosce dei loro familiari a casa, attaccati alla televisione, in attesa spasmodica di notizie. Forse, questa parte, sia con i due agenti che ce la mettono tutta per sopravvivere, sia con i loro familiari in cifre un po' bozzettistiche, è meno solida dal punto di vista cinematografico del preambolo, che ha invece un impatto visivo, ritmico e di suoni addirittura sconvolgente. Ma anche così, nel suo insieme, il film, tessuto di storie tutte vere, ha i suoi meriti. Anche perché fa ricordare. Nei panni dei due agenti sopravvissuti, Nicolas Cage e Michael Peña. Con i toni giusti." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 2 settembre 2006)
"A chi si rivolge Oliver Stone con il suo 'World Trade Center' dedicato ai massacri terroristi dell'11 settembre? È bene dirlo subito: a tutti gli spettatori semplici, non ossessionati dalla casacca ideologica. Questo non vuol dire che il provocatore di 'Platoon', 'Jfk' e 'Assassini nati' rinunci a un'interpretazione personale della storica tragedia né tantomeno a un progetto stilistico di nerbo: angoscioso eppure aperto alla speranza, apocalittico eppure attento al sentimento, il film vuole e riesce innanzitutto a essere un omaggio agli agenti della polizia portuale intrappolati nelle macerie delle Twin Towers e poi miracolosamente salvati, ai loro soccorritori e alla spontanea solidarietà che si manifestò in tutto il paese in quelle ore terribili. Non a caso Stone viene alternativamente strattonato a destra e a sinistra: la sua fede sta nelle viscere, la sua morale nelle immagini, la sua legge nel fattore umano e anche questa ricostruzione tutt'altro che asettica mira, piaccia o non piaccia, all'abnorme nudità dei fatti. L'innocenza primitiva di 'World Trade Center' parla dei valori americani per eccellenza - Dio, individuo, patria, onore, famiglia, coraggio, sacrificio - rinunciando alle cautele di circostanza e, al contrario, incrementando l'unica retorica congeniale al regista e cioè una superba miscela che trasforma incessantemente la realtà in fiction e viceversa. (...) Stone non ha scheletri nell'armadio da farsi perdonare e bisogna solo togliersi il cappello davanti al suo granitico appello ai valori di bontà e solidarietà che non fanno chic e anche in America sono così spesso abrogati." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 2 settembre 2006)
"Bollato con colpevole faciloneria a sinistra perché non è un film furioso 'alla Oliver Stone', la ricostruzione dell' 11 settembre nel respiro agonico autentico dei due pompieri sepolti sotto le macerie delle Twin Towers, salvati infine dall'eroe yankee senza paura, è un tuffo emotivo scelto nella retorica Usa. Scelto di fare del dramma un melodramma, il film è coerente nel correre dalle famigliole in panne alle ore disperate della tragedia sotto terra girata in modo magistralmente contagioso, un teatro da camera e macerie. Il contributo di Stone alla causa non è certo stare dalla parte di Bush ma resuscitare, garantendo con la sua carriera, la retorica eroica che per forza restringe l' arco della tragedia su cui l'autore sospende il giudizio politico storico, privilegiando i fattori umani. La paura si tocca, si palpa, si vive e Nicolas Cage è stavolta un ottimo attore." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 13 ottobre 2006)