Mercoledì 23 febbraio 2000 - ore 20:30
Francia, anno 1412. I soldati inglesi combattono in Francia, è la guerra dei cent'anni, cominciata quasi un secolo prima, nel 1337. In una cittadina francese nasce e cresce Giovanna, una ragazzina molto religiosa. Seguendo le parole di una voce arriverà a guidare le armate francesi contro l'esercito inglese, riconquistare Reims e Orléans. Verrà messa da parte re Carlo VII, che in precedenza l'aveva appoggiata.
Il suo destino si conclude quando viene imprigionata, condannata a morte e bruciata viva come eretica, dopo aver dichiarato di avere avuto visioni divine sin dall'infanzia.
Milla Jovovich - Giovanna D'Arco
John Malkovich - Carlo VII
Faye Dunaway - Yolande D'Aragona
Dustin Hoffman - La coscienza
Pascal Greggory - Il duca di Alenan
Vincent Cassel - Gilles de Rais
Tchey Karyo - Dunois
Richard Ridings - La Hire
Desmond Harrington - Aulon
Timothy West - Jean Cauchon
Jane Valentine (II) - Giovanna a 8 anni
Regia: Luc Besson
Scenografia: Huguer Tissandier
Sceneggiatura: Andrew Birkin; Luc Besson
Produttori: Bernard Grenet; Patrice Ledoux
Fotografia: Thierry Arbogast
Montaggio: Sylvie Landra
Musiche: Eric Serra
Costumi: Cathrine Leterrier
Nazione: Francia
Durata: 165 min
E' stato filmato a Razova e Bruntal, paesi della repubblica ceca, e Parigi, in Francia.
E' costato 390.000.000 franchi francesi (60m dollari) e nel primo week-end, con 2147 proiezioni, ha incassato 6.36m dollari.
Valutazione Pastorale (dal sito dell'Associazione Cattolica Esercenti Cinema - ACEC)
Giudizio: discutibile, ambiguità, dibattiti
Tematiche: Donna; Giustizia; Guerra; Libertà; Potere; Santità; Storia
Si può dire che quelli riferiti sopra sono i fatti storicamente accaduti? La risposta dovrebbe essere affermativa, ma la Storia spesso sfugge a logiche razionali. E la storia del cinema, nel suo piccolo, non é da meno. Ecco quindi, all'aprirsi del Duemila, una nuova versione (siamo ad oltre 50) della vita e dell'opera di Giovanna d'Arco diretta da un regista francese, Luc Besson, che cerca di conciliare aspetti psicologici di stampo europeo con una spettacolarizzazione di tipo americano. Se Giovanna d'Arco é personaggio storico forte e senza compromessi, Besson pensa di assecondarla, scegliendo la strada del racconto fragoroso e imponente: grandi scene di massa, battaglie dove risuonano i rumori delle armi, dei colpi duri, degli scontri fisici. In questo scenario epico e crudo, Giovanna irrompe, portando una carica visionaria impossibile da frenare. Il film la coglie fin da piccola, quando voci e segnali la spingono al compito di cacciare gli Inglesi dalla Francia. Ma quali voci, quali segnali? E' evidente che a Besson interessa meno l'aspetto spirituale e più quello rivoluzionario, eversivo, carismatico. Come tutti i 'predestinati', Giovanna si muove sui confini della follia e dell'irrazionale. Una invasata, sulla quale la Coscienza, nel finale, fa calare dubbi e incertezze e che tuttavia ormai non può più tornare indietro. Non c'è dubbio che in una rappresentazione di questo tipo ci sono delle forzature, il furore, le grida, i rumori sono così forti da precludere gli spazi per un'attenzione al personaggio anche sul piano interiore, sul suo essere donna di Dio e della Chiesa. Ma si tratta appunto di 'una' interpretazione tra le tante possibili. Dal punto di vista pastorale va dunque detto che, pur tra molte ambiguità che lo rendono discutibile, il film é da vedere: perché la complessità del personaggio Giovanna d'arco resta comunque intatta e ciò ne dimostra l'attualità anche alle soglie del Terzo Millennio.
Utilizzazione: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, con attenzione per la presenza di minori e adolescenti. In contesti più ristretti, il confronto con altri titoli ispirati al personaggio é certo opportuno per dibattere soprattutto sul grande tema del rapporto cinema/storia.
"Il film traballa e sfiora il ridicolo non appena Besson tenta di 'spiegare' le cose, mentre funziona quando si limita a mostrarle: segnatamente nelle lunghe scene di battaglia, molto frenetiche e spettacolari. Milla Jovovich sgrana gli occhioni ed è decisamente troppo bella per il ruolo". (Alberto Crespi, 'L'Unità', 22 gennaio 2000)