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Fra le commedie corali più cult della prima metà degli anni 80 c’è sicuramente Sapore di mare dei fratelli Vanzina, che incrociavano disavventure e love story in una Forte dei Marmi allegra e vip. Trent’anni dopo, i figli di Steno ritornano nel luogo del misfatto e girano Sapore di te, un film tra il nostalgico e il frizzante accompagnato da un’accattivante colonna sonora. Attraverso il racconto di due estati (quelle del 1983 e del 1984) il film illustra uno spaccato della società italiana di allora. I protagonisti di questa storia sono tanti. Ci sono Luca e Chicco, due compagni d'università, che si innamorano della stessa ragazza. C'è Anna, che sta per laurearsi e che incontra Armando, uno Steve McQueen di provincia che gli rapisce il cuore. C'è la famiglia Proietti, con Alberto tifoso romanista, sua moglie Elena e la figlia diciassettenne Rossella, oggetto delle attenzioni di Luca e Chicco. C'è il Ministro De Marco, un simpatico socialista napoletano travolto dalla passione per la sentimentale e ingenua Daniela, una giovane soubrette di "Drive In". Intorno a loro un mosaico di caratteri tipici di quell'epoca: il bagnino Renato, che seduce le giovani straniere, la compagnia della spiaggia dei ragazzi sempre pronti a scherzi goliardici e a scappatelle sentimentali, i genitori di Luca, due borghesi milanesi che rimpiangono gli anni '60...
Regia: Carlo Vanzina
Interpreti: Vincenzo Salemme, Giorgio Pasotti, Serena Autieri, Nancy Brilli, Eugenio Franceschini, Maurizio Mattioli, Martina Stella, Matteo Leoni, Virginie Marsan
Sceneggiatura: Enrico Vanzina
Montaggio: Luca Montanari
Musiche: Giuliano Taviani
Durata: 1 ora e 41 minuti
"Per me sugli schermi non è Natale se non vi trovo un film dei Vanzina, Carlo regista, Enrico sceneggiatore. Li seguo da quando hanno cominciato, non più sotto l'egida del loro papà Steno, mio amico carissimo. Li ho visti spesso dare il via con successo a dei fortunati filoni sia nell'ambito della commedia balneare sia in quello delle vacanze iniziato, con 'Sapore di mare', sugli amori di ragazzi e ragazze, e anche di adulti, sulle spiagge più rinomate della Versilia. Anche oggi, con quel titolo che un po' ironicamente cita l'altro di trent'anni fa, siamo di nuovo in Versilia, in quelle stesse date, negli stabilimenti di Forte dei Marmi (detto sbrigativamente 'Il Forte' dai frequentatori abituali). Sulle sdraio e sotto gli ombrelloni di quegli stabilimenti ci sono ragazzini di diciassette anni che dicono di averne diciotto e ragazzine più o meno loro coetanee che intrecciano relazioni reciproche, qualche volta solo tenere qualche volta anche appassionate e pronte a rispecchiare quasi alla lettera quelle dei genitori. Da qui dispetti, equivoci e tradimenti a non finire. (...) In mezzo, anche le avventure colorite degli adulti. Qua un padre anzianotto che, avendo salvato un uomo in mare, scopre che è un deputato socialista, 'amico di ... Bettino' e gli si rivolge subito per farsi togliere da certi impicci, arrivando, per ingraziarselo, a cedergli per le sue avventure erotiche la bella villa presa in affitto a caro prezzo per le vacanze, là quello stesso deputato che, affermando di essere 'un uomo pubblico' ricorre a mille buffi sotterfugi per nascondere il più possibile a tutti le sue tresche. Però non basta perché i Vanzina facendoci stare amabilmente al loro gioco, ci inducono a seguire quei personaggi anche qualche tempo dopo. Gli amori perciò che prima abbiamo visti annunciarsi ecco che si concludono con matrimoni lieti oppure noiosi se con contorno di bambini che piangono tutte le notti. E andando oltre, fino all'oggi. All'inizio, in 'Sapore di mare' si era negli Ottanta. Ora siamo al 2013. Sempre in Versilia, sempre gli amori in spiaggia, ma con ragazzine nate dalle coppie viste prima che promettono subito di comportarsi come a suo tempo papà e mamma. Così il cerchio si chiude. Modi gentili, personaggi semplici, dialoghi puliti anche se, per fare data, persino le signore dicono 'Vaffa', e con una interpretazione, in tutti, adeguata alle esigenze della storia, a cominciare dagli adulti. Maurizio Mattioli, romanista e prodigo di battute romanesche, caratterizza l'importuno salvatore del deputato, Vincenzo Salemme disegna con furbizia il personaggio tutto comico dello stesso deputato. Senza dimenticare le figure femminili, Nancy Brilli e Serena Autieri, mamme, ancora giovanili, mogli ormai cresciute." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo - Roma', 3 gennaio 2014)
"Il film non è in 3D, a parte quando si avvicinano le labbra prensili delle attrici. Un sequel a scoppio ritardato di 'Sapore di mare'. Fedeli al film da spiaggia i Vanzina alternano drammi della gelosia, liti padri figli e mogli mariti, hit da juke box, citando sorpassi con un cast ripieno - ma che non rende giustizia di quello dell'83 - con Mattioli, la Brilli, Pasotti, Stella, la Autieri e due giovani al comando, Matteo Leoni e Eugenio Franceschini." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 9 gennaio 2014)
"Trent'anni dopo 'Sapore di mare', diventato col tempo l'oggetto di un affettuoso culto, Enrico con Carlo Vanzina vogliono rinnovarne i fasti nella stessa location, Forte dei Marmi, celebrando trent'anni dopo quei primi anni Ottanta dalla cui postazione contemporanea, allora, avevano celebrato i primi anni Sessanta; sostituendo la mitizzazione di una stagione delle proprie vite già adulte alla mitizzazione di un'epoca vissuta indirettamente, da bambini figli di una generazione artistica che negli anni del boom aveva festeggiato il proprio trionfo. Dunque Vasco di una vita spericolata come Steve McQueen invece di Nico Fidenco e Spandau Ballet o Michael Jackson al posto di Gino Paoli, e poi la 'Magica' di Pruzzo e della sfida persa all'Olimpico con il Liverpool, 'Drive in' e la vulgata del socialismo craxiano arraffone e promotore di starlettes. Ragazze e ragazzi carini e perbene, adulti un po' disonesti ma simpatici (Mattioli e Nancy Brilli in testa). Fedeli al loro universo borghese di riferimento i Fratelli perdono mordente ma è impossibile non continuare a voler loro bene." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 9 gennaio 2014)
"Vi ricordate l'ineffabile 'Sapore di mare?' 30 anni dopo i fratelli Vanzina tornano a Forte dei Marmi, con un 'sequel' che parte laddove finiva l'originale e canta gli anni '80 'illustrando - nelle intenzioni - uno spaccato della società italiana di allora'. C'è l'onorevole socialista (Salemme) che flirta con una soubrette di 'Drive In' (Serena Autieri), il commerciante romano che gli chiede un aiutino (strepitoso Mattioli), l'ingenua (Martina Stella) e il dongiovanni (Giorgio Pasotti), i ragazzi che testano le geometrie variabili dell'amore. L'inattualità di 'Sapore di te' non è splendida, i Vanzina si rifugiano tra gli zoom e il finale fermo immagine, il gatto Mao (Tse-tung) e la Barbie tedesca di facili consumi, 'il Giornale' di Montanelli e il nume Bettino, il refrain che saluta le apparizioni di Katy Saunders e il 'si stava meglio quando non si stava peggio'. Eppure, l'unica cosa vera - e il postmoderno non è contemplato - è 'True' degli Spandau Ballet." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 9 gennaio 2014)
"Trent'anni dopo, i Vanzina tornano in vacanza al Forte: ambientato sull'arco delle estati 1983-85, 'Sapore di te' riparte in chiave di nostalgia dalla data di uscita di 'Sapore di mare', che a sua volta si svolgeva, sempre in chiave di nostalgia, nel 1964. Come dire che tutto cambia e nulla cambia sotto il sole dell'estate versiliana, dove si fanno e disfanno giovani amori, si intrecciano effimere storie di adulterio, con gli interpreti più maturi (per età e/o esperienza) che premono il tasto del registro comico-brillante (Mattioli, Salemme, Brilli, Autieri, Pasotti), mentre ai ventenni belli e inesperti spetta la parte zuccheroso-sentimentale. Colonna sonora vintage, epilogo ai giorni nostri con i personaggi invecchiati che ripensano (con nostalgia) al passato." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 9 gennaio 2014)
"Ritornano gli anni '80, anzi le estati a Forte dei Marmi del 1984 e del 1985, La Capannina, e la musica: gli Spandau Ballet, Cindy Lauper, Mike Francis, 'Tropicana', 'Sunshine Reggae', 'I Just called To Say I Love You', il 'Costanzo Show', le discussioni su 'Il Giornale' di Montanelli come giornale della destra (lo era, lo era), quelle su Tonino Cerezo e Chierico («Chierico nun po' gioca' a sinistra»). Ritornano gli onorevoli socialisti («E tanti ossequi al Presidente Bettino!») che piazzano le attricette a 'Drive In' e poi montano i film estivi per farle lavorare esattamente dove loro vanno in vacanza (che coincidenze...). E ritornano i Vanzina Brothers e il loro vecchio e glorioso 'Sapore di mare', girato nel 1983, ma ambientato venti anni prima. Stavolta, con 'Sapore di te', siamo di nuovo a Viareggio e a Forte dei Marmi, ma il film è ambientato metà nell'estate del 1984 e metà in quella del 1985. Un po' come fossero sequel del primo film, anche se gli anni '60 sono proprio lontanissimi. Ovvio che le cose non possano funzionare come trent'anni fa, anche perché non è possibile più avere così facilmente i diritti su tante canzoni, che sono uno degli elementi chiave del film vacanziero come già spiegava Dino Risi. E il nostro cinema non possiede più così tanti attori e caratteristi, al punto che se Maurizio Mattioli può essere un ottimo nuovo Mario Brega, romanistissimo e battutaro («La prossima volta ti porto a Vipiteno!» o «Ha detto i Caraibi mica Coccia de' Morto!»), non si può trovare facilmente un nuovo Guido Nicheli, qui omaggiato da certo Andrea Pucci, un po' anonimo. Mentre il bagnino di Ennio Antonelli diventa qui il fusto Paolo Conticini. Inoltre trent'anni sono passati per tutti, per noi critici e per i Vanzina. Detto questo il film, miracolosamente, possiede una certa freschezza, soprattutto nella prima parte, nel tratteggiare i personaggi delle ragazze, Martina Stella, Virginie Marsan, Katy Saunders, con le loro storie d'amore sballate. Non c'è mai una volgarità, non tanto di battuta, quanto di messa in scena. Il mondo borghese diviso tra milanesi e romani messo in scena dai Vanzina non è tanto un ritratto dei magici anni '80, quanto quello dei borghesi di questi ultimi trent'anni. Che i Vanzina trattano in maniera mai ideologica, mai pesante, mai colpevolizzante, mai moralista. Perfino l'onorevole craxiano un po' corrotto, Vincenzo Salemme, con l'amante Serena Autieri, Susanna Acampora detta Susy, è alla fine uno di noi. «Io ti ho lanciata nel mondo del cinema. Pupella Maggio mi potrebbe denunciare per una cosa simile!», le rimprovera. Ma hanno fatto bene a non rinchiuderlo in prigione nelle scene finali, come avevano girato e poi tagliato, perché sarebbe stata una inutile travagliata. Intanto Susy, dopo aver girato il film vacanziero «alla Vanzina», viene notata a Genova da un ricco armatore, tal Aristide Ghezzi, che la sposerà felicemente. Come nel film precedente, i Vanzina si divertono a costruire amori, tradimenti e storie, con dialoghi da diarietto scolastico coi cuoricini («Durò tutto un attimo come il breve tempo della mia felicità»). Ma tutto questo non è riduttivo, non è linguaggio da sitcom. Anzi. È totalmente autoriale, in quanto vanziniano. Al tempo stesso sono rispettosi come sempre del film dei padri nobili della commedia, ma anche dei vari Muccino e Moccia di questi ultimi tempi, dai quali riprendono parte del cast, Giorgio Pasotti, Martina Stella. Ovvio che su tutti trionfi il personaggio a loro più vicino, cioè il romanista di Maurizio Mattioli, che sogna di poter dare un finale diverso a Roma-Liverpool che cancellò i sogni di gloria della squadra, ma trovo anche per ben costruiti i ragazzi, inediti o quasi, come Matteo Leoni e Eugenio Franceschini, e le ragazze. Certo, con un po' di canzoncine anni '80 in più e qualche faccetta più giusta..." (Marco Giusti, 'Il Manifesto', 9 gennaio 2014)
"Con i loro film vacanzieri, estivi e invernali, Carlo ed Enrico Vanzina hanno caratterizzato una stagione del cinema italiano definendo, nel bene e nel male modi costumi gusti dell' Italia a partire dagli anni Ottanta. I 'Sapore di mare' e le 'Vacanze di Natale' sono stati la cartina di tornasole di un Paese che passeggiando sull'orlo dell'abisso ha saputo e voluto divertirsi, specializzandosi in quel che poi sarebbe diventato. Sono stati a modo loro bravi, i Vanzina, a intercettare e definire quegli umori, forse financo a caratterizzarli. Quel che sembra, ora, è che non riescano più a raccontare il presente se non attraverso il richiamo, per certi versi malinconico e nostalgico, a quel passato che è stato per loro glorioso. 'Sapore di te' è un film in questo senso assolutamente programmatico nel voler resuscitare un'idea di cinema e di mondo che sono affondati per sempre e mai più torneranno. 'Sapore di mare' (girato nel 1983) era ambientato negli anni Sessanta e s'ambientava a Forte dei Marmi. 'Sapore di te' (girato nel 2013) è ambientato negli anni Ottanta, sempre a Forte dei Marmi. Le storie sono sempre le stesse: amori giovanili, tradimenti senili, incroci generazionali all'ombra di un ombrellone da spiaggia, osservati con uno sguardo postumo che accarezza questi figuri (gli italiani della spensierata era craxiana) come fossero resistenze cinematografiche e antropologiche da proteggere e far rivivere. In questo senso 'Sapore di te' sembra il restauro conservativo di 'Sapore di mare', la riproposizione di un classico, ma senza più un Paese ad accoglierlo. Si guarda il film e le sue tante ingenuità, spesso volute, con un sentimento di tristezza, non per la nostalgia di un'epoca che non vorremmo rivivere ma per essere stati considerati bisognosi di questa stessa nostalgia. Preferiamo i Vanzina quando si ridestano da questa ipnosi dell'immaginazione e guardano il presente con maggiore lucidità, quelli di 'Il pranzo della domenica'. Tra i personaggi che fanno più breccia in questo ritorno del «sapore» vanziniano ci sono Maurizio Mattioli e Vincenzo Salemme, un romano e un napoletano."(Dario Zonta, 'L'Unità', 9 gennaio 2014)
"Dal 10 febbraio 1983, grazie a 'Sapore di mare', Enrico e Carlo Vanzina hanno costruito una fama che continua ancora oggi. Il film era una commedia sentimentale ambientata negli anni '60, dedicata a un gruppo di amici in vacanza a Forte dei Marmi. Curiosamente quel titolo fu scelto, rivela Enrico Vanzina, «perché all'epoca era stata già depositata una sceneggiatura di Neri Parenti intitolata 'Sapore di sale'». La strada dei Vanzina e quella del regista toscano (che poi non ha mai girato 'Sapore di sale'), si sono incrociate varie volte sul terreno dei «cinepanettoni», ma sono stati i dieci miliardi di lire incassati allora a dare l'imprinting alla carriera dei fratelli Vanzina che, nel trentennale del film, tornano oggi in sala con 'Sapore dite', distribuito (come allora) da Medusa, che lo lancia in 400 copie. (...) Il sequel, in realtà, è tale solo nello spirito della vicenda, visto che nessuno dei personaggi del primo film torna in scena ma, come spiega lo sceneggiatore Enrico Vanzina, «"Sapore di mare" era ambientato negli anni '60 e, nel finale, mostrava i protagonisti nel 1983. 'Sapore di te', invece, riprende nel 1983, prologo della vicenda, per poi narrare le estati del 1984 e 1985 e concludersi con una carrellata che arriva fino ad oggi». (...) 'Sapore dite' è un film corale dove si incrociano gli amori, i tradimenti e le illusioni di diverse generazioni, accumunate dalle vacanze a Forte dei Marmi: sullo schermo sfilano così Serena Autieri, Nancy Brilli, Eugenio Franceschini, Matteo Leoni, Virginie Marsan, MaurizioMattioli, Giorgio Pasotti, Katy Saunders, Martina Stella e Vincenzo Salemme, cui è demandato il compito di ritrarre un onorevole socialista napoletano trafficone, con la passione per il ballo, che tradisce la moglie con una presentatrice di televendite di Caserta (Autieri), da lui promossa prima in tv a 'Drive In' e poi in un film romantico da spiaggia, girato proprio a Forte dei Marmi (...)." (Oscar Cosulich, 'Il Mattino', 9 gennaio 2014)
"In zona cinepanettoni è nettamente il miglior film della stagione. I fratelli Vanzina, instancabili e acuti osservatori dei mutamenti del costume, non solo da bagno, tornano a Forte dei Marmi trent'anni dopo il loro fortunato 'Sapore di mare'. Ripetendo lo schema di allora, ma con partenza nel 1984: tante storielle concatenate tra spiaggia e ville, flirt e corna. Un film garbato e, a differenza dei concorrenti, senza volgarità. Con un Salemme e un Mattioli irresistibili." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 9 gennaio 2014)
"Zitti zitti piano piano, i Vanzina brothers ci tengono a ricordare come il loro mondo sia ancora vivo e lotti per lo spettatore. 'Sapore di te', in effetti, si mette in coda agli scoop dei cinepanettoni, ma in realtà se ne distacca nel segno di un prototipo popolare non ancora drogato dal piglio cafonal e la sguaiataggine battutista. Nostalgico già nel periodo d'ambientazione (gli Anni Ottanta), il nuovo ballabile per immagini incrocia storie e storielle estive nel microcosmo di Forte dei Marmi, insistendo a inseguire gli echi della spensierata freschezza che caratterizza la maggioranza dei giovani anche nei tempi più eccitati, arrabbiati o confusi. L'acquerello italiano funziona in senso, appunto, anticato e démodé, ma sono le performance del grandioso Mattioli, l'incontenibile Salemme e la migliorata Stella a imprimergli il decisivo sprint." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 16 gennaio 2014)