Questo evento non è attualmente presente nella programmazione dell'auditorium
Per conoscere la nostra programmazione vai alla home page del sito con oppure utilizza uno dei nostri canali informativi: newsletter
Da Los Angeles a Tijuana in Messico e di nuovo a Las Vegas. Il capitolo conclusivo di Una notte da leoni racconta del rapimento di Doug da parte di un certo Marshall. Quest'ultimo è un criminale che ha un conto in sospeso con Leslie Chow e solo Phil, Stu e Alan possono riuscire nell'impresa di trovarlo e consegnarglielo per salvare la vita a Doug.
Regia: Todd Phillips
Interpreti: Bradley Cooper, Zach Galifianakis, Ed Helms, Justin Bartha, Mike Tyson, Heather Graham, John Goodman, Jamie Chung, Ken Jeong, Gillian Vigman, Jeffrey Tambor, Sasha Barrese, Danielle Burgio, Sondra Currie, Damion Poitier, Mike Epps
Sceneggiatura: Todd Phillips
Fotografia: Lawrence Sher
Montaggio: Jeff Groth, Debra Neil-Fisher
Musiche:
Durata: 1 ora e 40 minuti
Game over, il branco non sbanca più: Todd Phillips intona il De profundis, i lupi s'accodano, il film russa
Hangover o Game Over? Nessun matrimonio, nessun addio al celibato, nessuno sballo, nessun party dell’altro mondo, niente. Eppure il branco, nolente o volente, è ancora in agguato: Una notte da leoni 3, i lupi Phil (Bradley Cooper), Stu (Ed Helms), Alan (Zach Galifianakis) e Doug (Justin Bartha) are back. Mr. Chow (Ken Jeong) è finito in prigione in Thailandia, Phil, Stu e Doug si sono dati una calmata: casa e chiesa, insomma. Ma il più indomito, psicotico dei lupi non trova pace: Alan si regala una giraffa – che finisce male... - e dà un colpo al cuore del caro papà, amici e famiglia premono per il suo internamento...
Eppure, qualcosa va storto: Alan e Mr. Chow si sono tenuti in contatto, il secondo è evaso, il primo può aiutare il cattivo Marshall (John Goodman) a rientrare in possesso dei lingotti d’oro, milioni e milioni di dollari, sgraffignati da Mr. Chow. Problema, Doug viene preso in ostaggio da Marshall, il branco si deve dare una mossa: la madre di tutte le tane, Las Vegas, li attende a braccia aperte...
Ennesima regia di Todd Phillips, Una notte da leoni 3 chiude la trilogia, senza lode, e con più di qualche ignominia: sceneggiatura abulica, Bradley Cooper a mezzo servizio (nel frattempo, gli è scoppiato il successo tra le mani, si capisce), Galifianakis e Jeong a tenere in piedi la baracca, ma non basta. Goodman insipido, soggetto a rendere, sparute le battute indovinate, la coazione a ripetersi è nostalgica quanto imbarazzante: il secondo capitolo aveva peccato di lussuria (volgarità a pacchi), questo di ignavia.
Non si sa che fare, l’importante è finire, ma Vegas sembra Boca Raton: geriatrica, involuta, sobria, staNotte si russa. (Federico Pontiggia)
"Si chiude col ritorno a Las Vegas, dove le follie avevano avuto inizio, la trilogia della 'Notte da leoni', la serie comica per adulti più redditizia della storia. Merito di Todd Phillips che ha creato una serie di personaggi di chiara demenzialità ma anche realistici, a cavalcioni tra il puerile desiderio del gioco e il timore della cuccia in famiglia. Anche l'unico single, Zack Galifianakis, che fa più danni di Stanlio, Belushi e Jerry Lewis messi assieme, alla fine trova la sua metà (si fa per dire), la lanciata e spiritosa extra large Melissa McCarthy. (...) L'inizio è travolgente, specie per una giraffa, poi il film si movimenta razzolando in un trash intelligente e meno volgare di Apatow, senza negarsi nulla dei molti cliché del genere, indovinando la contrapposizione dei personaggi, ciascuno con un suo mini orticello psicologico più o meno demenziale. E tra i salti sul cornicione, le lotte coi galli, i cadaveri nel bagagliaio, c'è un non casuale sospetto di allegra e innocente omosessualità che aleggia su tutta la vicenda. Anche se a volte si ha l'impressione che con la parte III si sia al fondo del barile, le occasioni divertenti non mancano e pure dialoghi sono su un buon livello. Quello che vince è l'entusiasmo goliardico e contagioso del clan di attori amici Peter Pan che ancora una volta ci dimostrano come, quanto e perché preferirebbero una vita spericolata, cascando e rialzandosi come cartoon invece che entrare nel sistema dell'american way of life." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 30 maggio 2013)
"Con 'Una notte da leoni 3' di Todd Phillips si conclude la trilogia dedicata ai quattro amici abilissimi nel cacciarsi nei guai alla vigilia di ogni matrimonio. Questa volta il film, che devia su strade non del tutto battute dai primi due capitoli, segue le disavventure del quartetto costretto a subire le conseguenze dei pasticci combinati prima a Las Vegas e poi a Bangkok. Ma le idee ormai, come le risate, sono poche e la commedia procede priva di invenzioni verso un finale senza fuochi d'artificio." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 30 maggio 2013)
"Il numero uno raccontava una folle notte di addio al celibato a Las Vegas, il secondo riproponeva la stessa situazione in cornice thailandese; ora la trilogia, abbandonando il meccanismo narrativo «del risveglio la mattina dopo senza sapere che diavolo è successo», si chiude in modo circolare di nuovo a Las Vegas dove Stu (Ed Helms) aveva giurato di non tornare più. (...) peripezie varie, che si traducono all'occasione in scene da film d'azione, come se il regista Todd Phillips avesse voluto alzare il livello di spettacolarità per sopperire alle lacune di un copione meno inventivo dei precedenti. Tuttavia la squadra d'interpreti funziona sempre alla grande e, nei momenti migliori, la comicità risulta tanto irriverente quanto liberatoria." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 30 maggio 2013)
"Tre non è il numero perfetto di Todd Phillips, un regista da one-night stand: esilarante la sua prima Notte, volgare la seconda, esile e intristita questa terza. Cooper fa la comparsa, Galifianakis e Jeong si spartiscono il film: funzionano, ma la sceneggiatura se ne frega, dispensa battute col contagocce, lesina sul ritmo e mette il pilota automatico in contromano. Sì, di Notte leoni, di Notti..." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 30 maggio 2013)
"Piacerà ai bamboccioni di ogni età che tre, quattro anni fa mandarono in orbita la prima 'Notte' alla faccia delle stroncature pressoché unanimi della critica da questa e da quell'altra parte dell'oceano. Perché piacque tanto il filmetto di Todd Phillips, che in un primo momento sembrava dover trovare la distribuzione solo in homevideo? Perché i quattro bamba assomigliavano dannatamente a tanti bamba nel mondo (tanti avevano nella loro fedina la sbronza colossale dopo la quale uno non ricorda più niente). Perché in un mare di commedie politicamente corrette, la gioconda scorrettezza della 'Notte da leoni' era una simpatica variazione (botte agli animalisti e alle minoranze quando si presentano colla spocchia di maggioranze). Perché questo Todd Phillips che pochi conoscevano si era dimostrato un maestro dell'ammucchiata di gag (una sull'altra a mitraglia, senza mai permetterti di fiatare). Ora 'Una notte da leoni 3' (...) ammassa tutto quello presentato in menù nei capitoli precedenti e magari qualcosa di più (con un budget da 100 milioni di dollari puoi permetterti bellurie che prima manco ti sognavi). Vediamo il qualcosa di più. Prima tra le novità, la briglia completamente sciolta per Zach Galifianakis (protagonista assoluto, prima era messo di fianco). Zach è geniale, sconcio, schizzato come di più non si potrebbe (Bradley Cooper che nel frattempo è diventato divo, è costretto a fargli da spalla). Poi John Goodman che come debordante cattivo annulla il ricordo di tutti i predecessori. Infine, carne per i denti anche per gli spettatori raffinati (del tutto trascurati nei capitoli 1 e 2). Una colonna sonora da leccarsi i baffi: i Beatles e Phil Collins, Billy Joel e i Black Sabbath." (Giorgio Carbone, 'Libero', 30 maggio 2013)
"Chi si aspettava il botto per quello che dovrebbe essere, teoricamente, l'ultimo film della saga di 'Una notte da leoni', giunto al capitolo 3, dovrà ricredersi. Qui siamo al minimo storico, con un risultato decisamente peggiore del già poco convincente secondo episodio. Se c'era una cosa attesa, in questi particolari film, era la classica investigazione a ritroso a caccia di ricordi post sbronza che, di solito, strappava più di una risata per l'assurdità di certe situazioni estreme. Qui, invece, non ve ne è traccia se non dopo i titoli finali (speriamo non sia il segnale per un quarto appuntamento) abbandonando i quattro protagonisti a un action movie sciapo e, cosa ancor più grave, con divertimento al minimo sindacale. (...) La mancanza di originalità si fa sentire così come latitano le situazioni apertamente comiche. Si gioca molto sulla mimica facciale di Zach Galifianakis che, però, alla lunga finisce per assuefare lo spettatore. Il ritorno a Las Vegas, da dove tutto ebbe inizio, non basta per strappare emozioni ma rimpianti per il primo ineguagliabile episodio. Apprezzabile il tentativo di dare un tocco più maturo alla chiusa finale della trilogia ma bisognava osare di più. O fare, semplicemente, ciò di cui si era capaci." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 30 maggio 2013)