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Un hacker di nome Neo, grazie all'aiuto del misterioso Morpheus, scopre che quella per lui è la "realtà" non è altro che un facciata, un mondo virtuale creato dal super computer Matrix per controllare gli esseri umani. Ma Morpheus è convinto che Neo sia il prescelto di cui parla un'antica profezia, e che sarà in grado di guidare la rivoluzione contro Matrix.
Regia: Larry Wachowski, Andy Wachowski
Keanu Reeves, Laurence Fishburne, Carrie-Anne Moss, Hugo Weaving, Gloria Foster, Julian Arahanga, Joe Pantoliano, Marcus Chong, Belinda McClory, Anthony Ray Parker, Matt Doran, Paul Goddard, Rowan Witt
Sceneggiatura: Andy Wachowski, Larry Wachowski
Fotografia: Bill Pope
Montaggio: Zach Staenberg
Musiche: Don Davis
Durata: 2 ore e 11 minuti
Valutazione Pastorale a cura della Commissione Nazionale Valutazione Film della CEI
Giudizio: discutibile, complesso, dibattiti
Tematiche: Fantascienza; New age; Nuove tecnologie
Film interessante, da ascrivere complessivamente al genere "fantascienza" ma da seguire con occhio attento anche ad altre dimensioni. Non siamo infatti di fronte ad una sequela di effetti speciali concepiti solo per stupire o per creare rumori assordanti. Dalla storia é possibile tirare fuori qualche osservazione anche a livello di contenuto: una riflessione sulla realtà quotidiana, quale si va configurando in questo passaggio di Millennio sempre più dominato dalla presenza delle nuove tecnologie. Se é vero che i nuovi media stanno cambiando le forme di comunicazione e i modi degli individui di rapportarsi tra loro, quale futuro si prospetta per l'uomo stretto dentro ingranaggi che lo scavalcano? riuscirà ancora ad essere arbitro del proprio destino? o crederà solo di poterlo fare? In realtà il film pone interrogativi tutt'altro che inediti, ma risulta importante per il fatto di porli all'interno di cornici "nuove", "moderne", futuribili ma non tanto: la rete Internet produce già oggi scompensi i cui effetti sono tutti da valutare. Il racconto procede in chiave di lettura mitologico-filosofico-religiosa: i nomi dei personaggi, lo sviluppo della trama, il sovrapporsi di realtà e fantasia rimandano a dimensioni new age, ad un'apertura alla trascendenza mediata dai consueti moduli culturali americani che non escludono il prevalere della materia sullo spirito. Il film insomma può essere visto come uno spettacolo ottimamente confezionato, oppure servire da occasione per parlare di argomenti di grande attualità, sui quali il dibattito é più che mai aperto. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come discutibile e ,per quanto detto sopra, complesso.
Utilizzazione: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, con attenzione per la presenza di minori a motivo della irruenza e della non facile leggibilità del racconto. Da recuperare, come si diceva, per dibattiti e utili riflessioni sui temi delle nuove tecnologie.
"Effetti visivi innovativi, e grandiosi. Romanticismo nero. Invenzioni divertenti: i personaggi ricevono informazioni direttamente nel cervello, il futurismo elettronico si mescola alle arti marziali della tradizione orientale, che la lavorazione sia avvenuta a Sydney in Australia o altrove non ha importanza, tanto è sempre buio e i paesaggi urbani sono diapositive immensamente ingrandite. Keanu Reeves va benissimo, come andava benissimo in un film per qualche verso analogo, "Johnny Mnemonic"; Laurence Fishburne vorrebbe essere Morgan Freeman, ma non lo è". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 7 maggio 1999)
"Sembra complicatissimo il messaggio di "Matrix", e mai come ora si è confuso con il "medium", ma forse è semplice. I fratelli Larry e Andy Wachowski, che ai tempi del lesbo thriller "Bound" sembravano due porcelloni, ci mandano a dire che viviamo comandati da una Intelligenza Artificiale, in una realtà virtuale che solo il potere della mente rende tangibile. E' Matrix, tesoro, la Matrice. Basterebbe ancora una domanda per risalire alla Causa Prima, forse a Dio. Insomma, la Vita è sogno, parola di computer". (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 8 maggio 1999)
"Per raggiunti limiti anagrafici e per inadeguatezza "culturale" quelli della mia età dovrebbero rinunciare a misurarsi con certi fenomeni dell'età cyber, come Matryx, il fortunatissimo film dei fratelli Wachowski, Larry e Andy, 33 e 31 anni rispettivamente. Dovrebbero rinunciare non perché incapaci di leggere tra le righe dell'ambizioso e furbo progetto dei due brillanti registi, arrivati, al secondo film, a una produzione da 70 milioni di dollari. Non perché non vedano e in qualche misura non apprezzino, sotto il cyber-action-movie, l'abile frullato misto di bibbia e yoga, metafisica e matematica, kung fu e Sergio Leone, buddhismo e arti marziali, alta tecnologia e messaggi messianici, velo di Maya e Alice nel paese delle meraviglie, e chi più ne trova più ne metta. Ma perché mentre, a quanto risulta, i giovanissimi si divertono un mondo e delirano di gioia di fronte alla realtà virtuale messa in essere da Matryx, chi ha superato i quarant'anni, di fronte alle due ore e passa del film dei Wachowski prova - dopo un'iniziale ammirazione per alcuni effetti notevolissimi, la bella fotografia e la ricchezza produttiva - una incontenibile irrequietezza, e il desiderio di darsela a gambe". (Irene Bignardi, 'la Repubblica,' 8 maggio 1999)
"Incuranti dall'ondata di pernacchie da cui sono stati travolti nella loro opera prima, e tutti invano hanno sperato ultima, l'indecente thriller saffico 'Bound', i fratelli Larry e Andy Wachowski hanno virato di parecchi gradi abbracciando il cinema dell'irrealtà. E qui viene il difficile per chi deve raccontare il film ai lettori, anche se il dovere professionale gli ha imposto di restare imperterrito al proprio posto per i 136 minuti (interminabili) del film, tenendo gli occhi e, purtroppo, anche le orecchie, aperti. Con incommensurabile invidia per chi, grazie al favore delle tenebre, se l'è invece svignata già nel primo tempo". (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 9 maggio 1999)