Giovedì 6 gennaio - Ore: 16:00 e 21:00
Sabato 8 gennaio - Ore 21:00
Domenica 9 gennaio - Ore: 16:00 e 21:00
Sabato 15 gennaio - Ore 21:00
Domenica 16 gennaio - Ore: 16:00 e 21:00
Sabato 22 gennaio - Ore 21:00
Domenica 23 gennaio - Ore: 16:00 e 21:00
Milano. Checco, security di una misera discoteca della Brianza, a causa del pericolo di attentati che richiede misure straordinarie per i luoghi a rischio, si ritrova a lavorare come addetto alla sicurezza del Duomo di Milano. In poco tempo e grazie alle sue spiccate capacità intellettuali che provocano infiniti malintesi, Checco diventa la vera minaccia al patrimonio artistico italiano e presto ci si rende conto di non aver fatto un grande affare ad assumerlo. Ma...Checco incontra Farah, una studentessa d'architettura che si finge francese e se ne innamora. Farah in realtà è araba ed è a Milano per portare a termine la sua personalissima vendetta. La bella ragazza intuisce subito che Checco, ignorante come pochi, potrebbe essere un perfetto e inconsapevole alleato per i suoi piani. Tutto sembra andare bene ma Farah non ha fatto i conti con l'animo di Checco che cambierà per sempre le sorti della sua vita.
Dopo il successo ottenuto con Cado dalle nubi, che gli è valso pure il Globo d’oro come attore rivelazione dell’anno, Checco Zalone torna al cinema dal 5 gennaio con questa nuova commedia.
Gennaro Nunziante assicura (fonte Repubblica.it Bari): Questo sarà un film diverso. Non c’è più la maschera del cantante neomelodico, ma l’attore. Zalone aggiunge: La risata è l’unico strumento di lotta e di emancipazione. L’unico modo che la gente normale, la gente come Checco, ha per esprimere il proprio dissenso e spesso il proprio disprezzo.
Regia: Gennaro Nunziante
Luca Medici (Checco Zalone), Rocco Papaleo, Ivano Marescotti, Tullio Solenghi, Nahiha Akkari, Michele Salvemini (Caparezza) Michele Alhaique, Anna Bellato, Bruno Cesare Armando, Annarita del Piano, Mehdi Mahdloo, Luigi Luciano
Valutazione Pastorale (dal sito dell'Associazione Cattolica Esercenti Cinema - ACEC)
Giudizio: consigliabile, brillante
Tematiche: famiglia - genitori figli, il comico, lavoro, rapporto tra culture, terrorismo
Il primo film di Luca Medici, in arte Checco Zalone, è del 2009, "Cado dalle nubi". Il successo di quell'esordio ha indotto a preparare in tempi rapidi una replica, una sorta di 'seguito' per raccontare ancora la vita del protagonista. Si comincia infatti con la voce fuori campo e con un tono da piccolo diario senza qualità. Con ammirevole equilibrio, il copione fa di Checco il protagonista ma non mette del tutto in secondo piano i ruoli di contorno. Anzi, secondo una precisa regola comica, questi vanno tenuti vivi (e differenziati) proprio per mettere nel maggiore risalto il principale. Stralunato, irriverente, quasi cinico da un lato, timido e impacciato dall'altro, Zalone é l'unico del gruppo ad essere 'così', e a mettere in crisi chi lo circonda, ossia tutti gli altri (dal colonnello dei carabinieri, addirittura al Papa nel finale). Parole, mimica e situazioni non si segnalano per particolare novità, se non fosse per quel politicamente "non corretto" che affiora in qualche passaggio. Scorrevole e divertente, il prodotto non supera però la soglia del 'già visto, rallentato da una messa in scena che non prende mai iniziative e resta sul prevedibile. A conferma di una vecchia, tradizione italiana, che vede i 'comici' comunque vincenti presso il grande pubblico. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come consigliabile e nell'insieme brillante.
Utilizzazione: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e anche in seguito in altre occasioni, come esempio del rapporto tra cinema, televisione, comici di vario livello.
"Un sorriso per rompere tanti luoghi comuni dell'occidentalismo e tornare alla satira libera e pungente, quella che scuote e fa riflettere. 'Che bella giornata', (...) è il secondo film interpretato da Luca Medici, in arte Checco Zalone, menestrello barese reduce dal successo travolgente dell'esordio sul grande schermo con 'Cado dalle nubi' (premiato da ben quattordici milioni di euro incassati). (...) Stavolta a finire triturato dalle note strimpellate da Zalone c'è il fenomeno Facebook, con 'Se mi aggiungerai', una parodia dell'amicizia sui social network (...). Il marchio di fabbrica di 'Che bella giornata' è la pugliesità. (Michele De Feudis, 'Il Secolo d'Italia', 31 dicembre 2010)
"Naif e maldestro più che mai Checco Zalone torna da mattatore (...)con 'Che bella giornata', la nuova commedia che, come la fortunata 'Cado dalle nubi', è stata diretta da Gennaro Nunziante e prodotta da Pietro Valsecchi per Tao-due e Medusa. L'irriverente comico di Capurso, in provincia di Bari, all'anagrafe Luca Medici, esploso su Italia Uno a 'Zelig' con il sapiente mix di ignoranza, candore e anarchia, firma con Nunziante anche il copione di questa nuova storia che lo vede nel ruolo di un immigrato meridionale addetto alla security di una discoteca della provincia milanese. (...)." (Fabrizio Corallo, 'Il Mattino', 4 gennaio 2011)
"Checco Zalone ovvero come essere popolari, spiritosi e non volgari, come parlare di attualità virandola in grottesco e giocare al finto tonto senza perdere ritmo, gag, battute. II comico cade sempre dalle nubi, fa la guardia alla Madonnina a Milano, ironizza sul terrorismo: ben scritto, ben diretto, recitato con sapienza. Si ride moltissimo, mai a sproposito e Rocco Papaleo è valore aggiunto in una delle due scene cult: la cena di cozze e il furto d'Estasi." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 5 gennaio 2011)
"Zalone ha il merito di essere politicamente scorretto - o come dice il suo attore feticcio Ivano Marescotti (...) socialmente scorretto - e, con Nunziante, di avere una cura nella scrittura e nella messa in scena intimale per il genere. (...) In 'Che bella giornata', con la sua leggerezza da 'cozzatone', da candido meschino e ignorante, se la prende con la Chiesa, con l'istruzione (...), pregiudizi razzisti, esercito (...). Cose che non sentiamo neanche nei film più trasgressivi e anticonformisti. (...) Checco Zalone è un genio ruvido, di quelli che rompe gli schemi, anche grammaticali, delle nostre convenzioni e convinzioni. Che si dipinge omofobo, razzista ed egoista solo per mostrarci l'italiano (del dito) medio. La cui unica volgarità è rappresentata dall'avvilente ma veritiero ritratto che fa del nostro presente. Bravo Zalone, bene, tris." (Boris Sollazzo, 'Liberazione', 5 gennaio 2011)