mercoledì 29 novembre 2000
- Ore 20:45
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di Lars Von Trier |
Michael Helpihink |
Forbrydelsens element Il Cairo. Il commissario Fisher, tornato traumatizzato dall'Europa dove ha condotto un'inchiesta su una serie di omicidi, si confida al suo psicoterapeuta e gli racconta della sua prima visita a Osborne, il suo vecchio professore, autore de L'Elemento del crimine, nel quale aveva teorizzato che un poliziotto debba identificarsi con il criminale per svelare il mistero della sua condotta. Assunto per condurre un'inchiesta su dei crimini orribili, Fisher realizzerà fino a che punto si possa essere vittime delle teorie..."Dal Cairo all'Europa", il viaggio a ritroso di un detective ossessionato dal punto di vista del killer. Indaga su efferati delitti e ascolta un vecchio professore cieco che predica l'immedesimazione tra cacciatore e preda. Un film sotto ipnosi quello con cui esordì nel 1984 il danese Lars von Trier. Un "cuore di vetro" sorprendente, che manipola i materiali visivi e psicologici del noir e del thriller (da Rapporto confidenziale di Orson Welles a M di Fritz Lang, passando per Tarkovskij) estremizzando il linguaggio (cinemascope e macchina a mano, barocchismi sfrontati). L'elemento del crimine fa parte di una trilogia che comprende anche i successivi Epidemic (1987) e Europa (1991). Ancora lontano dalla tracotanza teorica del Dogma, Lars von Trier si permette sublimi "alienazioni temporali e geografiche", descrive il caos dall'interno, evoca l'orrore della Storia e contempla con freddezza l'impasse della Cultura. Per non parlare dell'amore, che nell'Europa contagiata e virulenta dell'autore si consuma soltanto nelle fogne. Il miglior film del danese, che genio non è ma qui azzecca magicamente il senso estetico della modernità del cinema. |