Sabato 1 novembre | Ore 16:00 |
Domenica 2 novembre | Ore 16:00 |
Una piccola ape operaia sogna una vita diversa da quella per la quale è destinata, fatta di un lavoro manuale, ripetitivo e stressante in una fabbrica di miele. Si reca così da sua mamma, l'Ape Regina, per rivendicare il diritto ad una esistenza migliore nella quale poter avere un nome come quello dei bambini, scelto da lei: Giulia.
E' così, un po' per gioco, un po' per accontentarla, l'ape regina, decide di raccontarle ogni sera, al termine del lavoro, una serie di favole sulle avventure degli esseri umani - dalla nascita fino alla vecchiaia - che hanno come protagonisti Simone e Sarah...
Irene Grandi | La voce di Giulia |
Nino Manfredi | La voce di Bobo |
Raf | La voce di Matto |
Michele Mirabella | La voce di Angelo |
Ludovica Modugno | La voce dell'Ape regina |
Regia | Paolo Modugno |
Sceneggiatura | Veronica Salvi |
Luca Raffaelli | |
Paolo Modugno | |
Musiche | Alessandro Molinari |
Fotografia | Marco Carosi |
Scenografia | Francesca Romano Salvi |
Montaggio | Claudio Di Mauro |
Soggetto | Veronica Salvi |
Giudizio: Accettabile, riserve, velleitario
Tematiche: Animali, Film per ragazzi
La nascita, l'ansia di conoscenza, l'età adulta, il futuro, la morte , l'aldilà: quante cose (serie, grosse, importanti) vuole dire Paolo Modugno ad un destinatario che si suppone bambino della fascia 4-6 anni! Niente viene risparmiato e tutto é raccontato in una dimensione visivo-narrativa che suscita qualche perplessità. Il tono favolistico risulta molto appannato dalla insistita sentenziosità del testo: é difficile nascere, è difficile vivere, è difficile accettare la morte, però c'é la natura, c'é la musica, ci sono i colori, bisogna consolarsi e accettare il ciclo naturale delle cose. Tutto, appunto, spiegato, come già acquisito, senza farlo venire fuori da qualche accadimento, da qualche azione. Nel cartone manca proprio la funzione affabulatoria della fiaba, e così incombe un tono didascalico eccessivamente pretenzioso. Qualche precisazione merita poi anche la 'filosofia' del copione: toccando tali argomenti, il ragionamento appare un po' affrettato, frammentario, privo di poesia. Se dunque questa animazione italiana merita attenzione per un certo coraggio di rinnovo espressivo, va aggiunto che, dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come accettabile con riserve: la discrepanza tra i temi e la voglia di parlarne ai più piccoli ha originato un prodotto non poco velleitario.
Utilizzazione: Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e in altre occasioni per bambini e adolescenti, purché alla presenza di insegnanti e genitori a supporto e allargamento delle riflessioni che la storia può suscitare.
"Primo cartone italiano interamente in 3D, 'L'apetta Giulia e la signora Vita' di Paolo Modugno sorprende per il coraggio. Che i genitori siano avvertiti. Nonostante canzoni dolci, animali buffi e simpatici esserini fatti di spugna, il film di Modugno è molto, molto serio. Bella comparsata di Nino Manfredi come voce del cavallo Bobo. Tecnicamente l'animazione al computer della Pixar è anni luce avanti. Impareremo". (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 19 settembre 2003)
"Fiaba che si sfoglia come un saggio raccontino esistenziale, il cartoon di Paolo Modugno è un musical non buonista come da rituale, gli preme avvertire che vita e morte vanno di pari passo. Il racconto è mosso e vivace, i disegni modellati in 3D di Francesca Salvi ironici ed espressivi, la morale della lotta di classe nell'alveare finisce per sfociare in un punto interrogativo sul mistero della vita, tutto a portata di bambino. Tra le voci, Irene Grandi, la Modugno, Mirabella e Nino Manfredi, nel ruolo di un cavallo bizzarro". (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 20 settembre 2003)
"Una prima osservazione, incondizionatamente positiva: il livello qualitativo delle immagini digitali non ha nulla da invidiare a corazzate dell'animazione americana come 'Monsters & Co.' o 'L'era glaciale'. (...) Dunque: che cosa differenzia il film di Modugno dai citati 'colleghi' americani? Il fatto che quelli contengono, sì, una morale della favola precisa, ma risolta in situazioni divertenti; mentre questo, detto con una punta di rammarico, è un film filosofeggiante e un po' astruso, che il pubblico dei bambini stenterà a capire". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 20 settembre 2003)
"Esperimento coraggioso 'L'Apetta Giulia e la signora Vita' è un film però non riuscito e contraddittorio. Coraggioso perché tratta temi insoliti ai cartoon; non riuscito sul piano della storia che, come si è detto, non riesce a decollare; e contraddittorio nelle intenzioni. Perché, se nella forma e nello stile è rivolto ai bambini più piccoli, nel contenuto e nel linguaggio è più comprensibile agli adulti. Gli uni e gli altri, però, come l'apetta Giulia, alla fine vorrebbero nobilitarsi un po' meno e divertirsi un po' di più". (Renato Pallavicini, 'L'Unità', 17 ottobre 2003)
"'L'apetta Giulia e la signora Vita' di Paolo Modugno, con le canzoni di Molinari-Dietrich, con le voci di Irene Grandi, Ludovica Modugno, Raf, Michele Mirabella e di Nino Manfredi per il cavallo Bobo, è un lungometraggio d'animazione tridimensionale molto musicato, con un solo difetto: troppa densità, troppe idee, troppi personaggi, troppa roba insidiano la semplicità e la linea narrativa unica a cui il genere ci ha abituato, pur arricchendo il film in maniera inconsueta." (...) Nei colori dominanti del miele, dell'oro e del rosso, il disegno imperfetto risulta aggraziato e piacevole; le parti più efficaci sono quelle che riguardano le api e gli animali, mentre gli esseri umani appaiono più rigidi, meno disinvolti ed espressivi. Una vicenda piena di significati, d'insegnamenti, e, nonostante la dimensione comica sia ridotta, originale e divertente." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 22 settembre 2003)