Auditorium di Casatenovo. Oltre 50 anni di cinema e teatro

Locandina di "Amore a prima svista"Amore a prima svista

Hal, per non deludere il defunto padre, è in cerca di una ragazza bellissima. Ma sotto l'effetto di un'ipnosi si innamora di Rosemary, una donna obesa e riservata, che lui vede bellissima. Quando l'amico superficiale Mauricio lo fa uscire dall'ipnosi, Hal si trova alla vera realtà di Rosemary. Che fare? Per Hal è arrivato il momento di decidere, da solo, il suo futuro...

Gwyneth Paltrow Regia Bobby Farrelly
Jack Black Peter Farrelly
Jason Alexander Musiche Ivy
Susan Ward Fotografia Russell Carpenter
Anthony Robbins Durata 1h 50'

 

Sabato 11 maggio Ore 21:00
Domenica 12 maggio Ore 16:00 e 21:00

 

Valutazione Pastorale (dal sito dell'Associazione Cattolica Esercenti Cinema - ACEC)

Giudizio: Accettabile, grossolanità

Tematiche: Handicap; Solidarietà-Amore

Come nei film precedenti dei fratelli Farrelly ("Tutti pazzi per Mary", "Scemo e + scemo"), anche qui l'umorismo, costantemente sopra le righe, é imperniato sulla rappresentazione di 'freak' di ogni genere, ossia di persone dall'aspetto deforme al limite del mostruoso. Questa volta al centro del racconto, oltre ad alcuni handicap fisici, fa la sua comparsa l'obesità, che rappresenta uno dei mali più diffusi degli Stati Uniti. Va senz'altro apprezzato il punto di vista col quale il film affronta l'argomento. L'obesità infatti diviene il pretesto per portare in primo piano il già noto ma sempre attuale contrasto tra essere e apparire. A suon di battute ora più ora meno riuscite, il copione proclama a gran voce l'importanza di cogliere l'interiorità delle persone, perché "la bellezza é negli occhi di chi guarda". La protagonista obesa (una Gwyneth Paltrow gonfiata con protesi di silicone) assomiglia così ad una principessa delle favole, mentre, di contro, l'infermiera cattiva con un corpo da pin up prende le sembianze di una vecchia strega. L'obesità è vista come contraltare del culto mediatico della magrezza a tutti i costi, e il sottile limite tra visibile e invisibile é sottolineato anche nel sottofinale, quando lungo i titoli di coda appaiono tutti coloro (invisibili) che hanno lavorato alla realizzazione del film. Tutte queste notazioni sono dette con il tradizionale stile del Farrelly, ossia in modo eccessivo, paradossale, in bilico tra buonismo e presa in giro: é una comicità, bisogna ammetterlo, che può divertire ma anche irritare. In sintesi però, osservando bene lo sviluppo della vicenda che parte in modo esteriore e si conclude facendo appello a valori più giusti e concreti, il film, dal punto di vista pastorale, può essere valutato come positivo, accettabile quindi, pur non mancando di sottolineare le numerose grossolanità presenti.

Utilizzazione: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, trattandosi anche di un prodotto commerciale comunque di livello dignitoso. Attenzione per i minori in caso di passaggi televisivi.

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