Sabato 2 giugno | ore 21:00 |
Domenica 3 giugno | Ore 16:00 e 21:00 |
1935: dieci anni dopo il terrificante incontro con la mummia del sacerdote egizio Imothep, Rick O'Connell ed Evelyn sono sposati ed hanno un bambino di otto anni, Alex. Ma sotto le sabbie del Sahara sta per venire alla luce un nuovo incubo: seimila anni fa, un fiero guerriero chiamato Re Scorpione, dopo aver fatto un patto col potente dio Anubis lo aveva tradito ed era stato maledetto per l'eternità.
Adesso il Re Scorpione sta per essere risvegliato al comando dell'esercito mostruoso di Anubis per annientare il genere umano. Ma gli adepti del sacerdote mummificato Imothep lo resuscitano dalla morte per dare vita ad una lotta per il potere che i nostri eroi dovranno fermare a qualsiasi costo.
Brendan Fraser | Rick O'Connell | Regia e soggetto | Stephen Sommers |
Arnold Vosloo | Im-Ho-Tep | Montaggio | Bob Ducsay |
Oded Fehr | Ardeth Bay | Scenografia | Allan Cameron |
Rachel Weisz | Evelyn Carnahan O'Connell | Fotografia | Adrian Biddle |
John Hannah | Jonathan Carnahan | Sceneggiatura | Stephen Sommers |
Patricia Velasquez | Costumi | John Bloomfield | |
Musiche | Alan Silvestri | ||
Durata | 2h e 4' | Effetti speciali | Chris Barton |
Valutazione Pastorale (dal sito dell'Associazione Cattolica Esercenti Cinema ACEC)
Giudizio: accettabile, riserve, crudezze
Tematiche: nuove tecnologie, storia
'Il ritorno' é l'inevitabile sequel del grande successo internazionale de "La mummia" (1999, cfr.). Gli appassionati ritrovano i personaggi del primo episodio, con la novità di Alex, il bambino che con le proprie disavventure permette un migliore coinvolgimento del pubblico dei giovanissimi. Per il resto c'é poco da aggiungere, perché il taglio prevalente del film è quello avventuroso: gli anni Trenta, l'Egitto, il clima esotico, una piccola dose di mistero. Tutti ingredienti che hanno fatto la (giusta) fortuna del filone avventuroso 'classico', tra paure, spaventi e rilassatezza finale. Di nuovo, e di più, c'è ora l'uso degli effetti speciali. Le atmosfere sono allora un po' meno genuine e più costruite, la prevalenza é per gli scontri, i mostri, le insistenze su qualche particolare raccapricciante. Certo tutto è detto con dosi anche di umorismo, niente è veramente cattivo, e il lieto fine è conservato. Resta in qualche passaggio la sensazione che una maggiore misura e meno rumore avrebbero giovato alla 'simpatia' della storia. Che però, dal punto di vista pastorale, resta sostanzialmente positiva: accettabile, quindi, anche se sembra corretto segnalare riserve per le crudezze sparse qua e là, tra scene di massa spettacolari e duelli con armi improprie a ritmo sostenuto.
Utilizzazione: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria. Da recuperare come occasione di passatempo, tenendo presenti le crudezze sopra accennate (anche in occasione di passaggi televisivi).
"Il termometro della cattiveria e della brutalità ad effetti speciali (un
florilegio che affossa il buono e il meraviglioso) spetta a una new entry,
Re Scorpione, metà bestia, metà uomo alle testa di un esercito di
resuscitati. Le incursioni della computer graphic manderanno in visibilio i
ragazzini e forse anche i nonni. Curiosità: il giovane attore che interpreta
il figlio di Fraser, di nove anni, ha visto il primo 'La mummia' 58 volte".
(Silvio Danese, 'Il giorno', 11 maggio 2001)
"Benché abbia la stessa
ingenuità e lo stesso umorismo lepido, il film è un poco migliore della
prima puntata; ma la sceneggiatura è distratta, la direzione degli attori
pigra, l'apparizione delle mummie non sempre spaventosa". (Lietta Tornabuoni,
'La Stampa', 11 maggio 2001)
"Il sollecito sequel de 'La Mummia',
dopo il fragoroso successo del prototipo, sopperisce alla mancanza
d'ispirazione mummificando gli attori in uno scenario di straripante
grandeur: suono a tutto volume, due ore abbondanti di durata, effetti
speciali martellanti, ritmi furibondi. A confronto, Indiana Jones sembra un
film di Antonioni. La regia citazionista di Stephen Sommers insiste sul
connubio fantasy più (auto)ironia, sull'Harrison Ford dei poveri Brendan
Fraser, sul gran sacerdote Imhotep e su qualche trovata nuova (...) Dopo
dieci minuti si è già sazi anche se affascinano alcune digital-sequenze che
ricostruiscono un antico Egitto da cd-rom". (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 11
maggio 2001)
"Malgrado i trucchi, 'La mummia - Il ritorno' è un film
démodé per il fatto che si ispira a fumetti anni Trenta e per l'ostinazione
ad affidarsi completamente alle tecniche digitali per suscitare meraviglia.
Mentre il cinema sta finalmente cominciando a rendersi conto (vedi 'La tigre
e il dragone' o 'Il gladiatore') che, se vuoi davvero coinvolgere lo
spettatore, ti occorre anche una storia". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica',
26 maggio 2001)
"Ritorna Brendan Fraser nei panni dell'archeologo O'Connell
e bissa il successo dell'originale (...). I cliché esotici vengono
ipersfruttati, ma stemperati nell'ironia. Vietato ai maggiori di sei anni".
(Paolo Mereghetti, 'Io donna', 2 giugno 2001)