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Green book

Giovedì 5 marzo 2020 - Ore 15:00

OscarOscarOscar

Miglior film
Migliore attore non protagonista a Mahershala Ali
Migliore sceneggiatura originale a Nick Vallelonga, Brian Currie e Peter Farrelly

Green book - Trailer italiano ufficiale

Ingresso unico: 2.00 €

New York, anni '60. Tony Lip, un tempo rinomato buttafuori, finisce a fare l'autista di Don Shirley, giovane pianista afro-americano. Lip deve accompagnare il pianista prodigio in un lungo tour nel profondo sud degli Stati Uniti. Dopo alcune prime difficoltà, il viaggio nelle regioni razziste degli USA porta i due a stringere una forte e straordinaria amicizia.

Regia: Peter Farrelly

Interpreti: Viggo Mortensen, Mahershala Ali, Linda Cardellini, Don Stark, P.J. Byrne, Sebastian Maniscalco, Brian Stepanek, Nick Vallelonga

Sceneggiatura: Nick Vallelonga, Brian Hayes Currie, Peter Farrelly

Fotografia: Sean Porter

Montaggio: Patrick J. Don Vito

Musiche: Kris Bowers

Durata: due ore e 10 minuti

Green book

Le recensioni

cinematografo.it - Fondazione ente dello spettacolo ***1/2- On the road attraverso l’America razzista degli anni ’60. Un viaggio dell’anima, con due splendidi protagonisti: Viggo Mortensen e Mahershala Ali. Candidato a 5 premi Oscar

Che cos’è il Negro Motorist Green Book? Un manuale, un vademecum per una vacanza “senza pensieri”. Per persone di colore. Negli anni Sessanta elencava gli alberghi e i locali dove ci si poteva rilassare senza entrare in contatto con i bianchi. Era indispensabile, specialmente per gli automobilisti che sceglievano di andare nel profondo Sud degli Stati Uniti: l’America razzista, che ancora oggi rifiuta il diverso, quella del Ku Klux Klan, di Charlottesville, contro cui Spike Lee non smetterà mai di scagliarsi.
Si torna indietro nel tempo, al 1962, per interrogarsi sul presente. Siamo all’inizio del decennio: il Sessantotto è lontano, e l’uomo guarda la luna da migliaia di chilometri di distanza. Neil Amstrong (come ci racconta First Man – Il primo uomo) è appena arrivato alla Nasa, i fratelli Kennedy cercano di costruire un mondo nuovo, e la Guerra in Vietnam sta per entrare nel vivo.

In Green Book, gli Stati Uniti vengono descritti come un Paese ancorato alle vecchie tradizioni, ai retaggi di un’altra epoca. Louisiana, Mississippi, Georgia: qui sembrano aver dimenticato la dignità umana. Bianchi e neri non possono mangiare allo stesso tavolo, usare lo stesso bagno, bere un bicchiere nello stesso bar. Martin Luther King stava lottando per la parità, e sarebbe stato assassinato sei anni dopo. Il percorso per l’uguaglianza era ancora lungo.
Ma alcuni andavano già oltre le apparenze, come il buttafuori italoamericano Tony Lip e il pianista afroamericano Don Shirley. Dalla loro amicizia nasce Green Book. Sembra di rivedere A spasso con Daisy, con i ruoli invertiti. Al volante c’è Viggo Mortensen (al posto di Morgan Freeman), mentre il suo ricco datore di lavoro è Maershala Ali (nel classico del 1989 sul sedile posteriore c’era Jessica Tendy). L’artista e l’uomo di strada, gli opposti che si scontrano per poi attrarsi, e creare un legame forte.

Lip e Shirley si studiano, si conoscono, diventano migliori, in un on the road attraverso le ipocrisie e la discriminazione. Naturalmente non mancano i contrasti, legati alla loro educazione: da una parte le buone maniere, dall’altra la violenza come unica soluzione a ogni disputa. Ma, mentre il paesaggio fuori dal finestrino continua a mutare (deserto, boschi, città, paesi, campi e case di ricchi proprietari terrieri), i due imparano a comprendersi, a comunicare. “La strada è vita”, scriveva Jack Kerouac in On the Road.

Per i protagonisti non conta la meta, ma il viaggio, non solo “geografico”. Percorrono grandi distanze, per un paio mesi condividono ogni istante della giornata. Comprendono l’importanza del rispetto e della condivisione. Il regista Peter Farrelly (questa volta senza il fratello Bobby) abbandona i toni da commedia demenziale (Tutti pazzi per Mary, Lo spaccacuori, Scemo & + Scemo 2) per mettere in scena un racconto umano, pieno di sentimento, con una coppia di attori di grande talento. Un film che fa bene all’anima.

Candidato a 5 premi Oscar: miglior film, migliore attore protagonista (Mortensen), migliore attore non protagonista (Ali), miglior sceneggiatura originale, miglior montaggio. (Gian Luca Pisacane)

Green book

"(...) Uno dei film più belli di questo inizio 2019 è tratto da una storia vera, di amicizia nata per caso, ma protrattasi nel tempo. Il bianco è Tony, ovvero un perfetto Viggo Mortensen, forse, qui, al suo picco. (...) Don (bravissimo anche Mahershala Ali), invece, è un pianista nero di fama mondiale, che abita in un lussuoso appartamento sopra la Carnegie Hall. (...) Un road movie, mai ricattatorio, dalla sceneggiatura brillante, in alcuni momenti davvero esilarante, con due protagonisti perfettamente affiatati e una regia, quella di Peter Farrelly, capace di mantenere il timone con mano ferma, senza mai debordare. I pregiudizi, qualunque essi siano, si possono abbattere anche con una risata e questa pellicola possiede la ricetta giusta per farlo con intelligenza. Con in dote cinque Nomination per i prossimi Oscar". (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 31 gennaio 2019)

"La storia Bianco e nero, grasso e magro, colto e zotico, sensibile e gretto. Sono agli antipodi l'italoamericano buttafuori al Copacabana di New York Tony Lip Vallelonga (Viggo Mortensen) e l'afroamericano damerino pianista dei salotti East Coast Don Doc Shirley (Mahershala Ali). (...) Racconta l' America della segregazione attraverso la rivoluzione individuale questo bel road movie, letterale veicolo verso l'Oscar per Mortensen, Ali e Nick Vallelonga, sceneggiatore figlio del vero Tony Lip del racconto. (...) Presentato in anteprima italiana alla Festa del Cinema di Roma del 2018, 'Green Book' ha confermato le sue potenzialità Oscar con cinque nomination di cui una (Mahershela Ali come Attore Non Protagonista) ha qualche chance mentre Viggo Mortensen, già nominato due volte per Attore Protagonista nel 2007 e 2016, pare avere la strada sbarrata verso la statuetta da due mostri come Christian Bale (Vice) e Rami Malek (Bohemian Rhapsody). Concludiamo sul regista. Non è uno qualsiasi ma quel Peter Farrelly che con il fratello Bobby è stato autore di commedie atrocemente divertenti nei 90 come Scemo & più scemo (1994) e Tutti pazzi per Mary (1998). Infatti le parti più riuscite di questa più che gradevole pellicola sono i momenti di leggerezza mentre il lato drammatico è quello forse più zoppicante". (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 31 gennaio 2019)

Green book

"(...) Diretto da uno dei fratelli Farrelly (quelli di 'Tutti pazzi per Mary' e 'Scemo e più scemo'), ispirato a un'inevitabile storia vera, il film, più che una versione rovesciata di' A spasso con Daisy', è un classico buddy road movie (schermaglie tra due personaggi maschili in viaggio), visto mille volte: personaggi stereotipati, buoni sentimenti, musica e atmosfere d'epoca, ma anche dialoghi piacevoli e due attori impeccabili, entrambi nominati all' Oscar. Nella versione originale risulta piuttosto buffo Mortensen quando parla in italiano". (Emiliano Morreale, 'La Repubblica', 31 gennaio 2019)

"Cinque Golden Globe vinti e tre candidature all'Oscar, 'Green book' si presenta come un classico road movie imbastito sul motivo altrettanto classico di una «strana coppia» formata da individui in ogni senso opposti: il tutto ambientato nel 1962 - tre anni prima dell'abrogazione delle leggi segregazioniste in vigore negli Stati ex-confederati (...) La storia è vera: la racconta lo sceneggiatore del film Nick Vallelonga, figlio di Tony. E del resto Lip lo conosciamo tutti, nei 'Sopranos' impersonava il mafioso Carmine Lupertazzi; quanto a Shirley, di lui abbiamo dischi e interviste. Prevedibile nella struttura, la commedia poteva esser scritta con maggiore sottigliezza drammaturgica e tuttavia, pur nella sua chiave di alleggerimento, mantiene una forza di denuncia. Il Peter Farrelly di 'Tutti pazzi per Mary' e 'Scemo più scemo' dimostra bella scioltezza di ritmo e gli interpreti sono sorprendenti per la naturalezza con cui si sono calati in personaggi per loro inediti. Estroverso e su di peso il Lip di Viggo Mortensen è lontano anni luce dagli eroi impenetrabili e tormentati che usualmente incarna; lo stesso dicasi per lo Shirley di Ali Mahershala, spacciatore in 'Moonlight' e «true detective» della terza stagione attualmente in onda". (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 31 gennaio 2019)

Green book

"Il green book è un libriccino (copertina verde naturalmente) che per trent' nni (dal 1936 al 1966) fu il vademecum per gli afroamericani in trasferta. Sul book venivano indicati i posti (bar, alberghi) dove i neri potevano andare senza essere rifiutati (o magari linciati). La tristezza della faccenda è che per decenni per andare nel profondo Sud i coloured avevano bisogno di questo book. La nota meno triste è che la "guida" veniva ogni anno aggiornata (lentamente cresceva il numero dei posti dove i black erano ammessi). Don Shirley (l'afroamericano coprotagonista) è un coloured che all'inizio degli anni 60 ha fatto bella carriera. (...) per farsi scarrozzare ha ingaggiato come autista un buttafuori di nightclub rimasto disoccupato, Tony (un Viggo Mortensen ingrassato venti chili perché fosse credibile come bouncer). (...) Piacerà. Anche chi non ha in particolare simpatia il cinema dei fratelli Farrelly (che qui però si scindono e a dirigere è solo Peter) e i loro personaggi da "scemo più scemo". Anche a chi leggendo la trama si farà subito l'impressione che si tratti di un film politicamente correttissimo (quindi falso, quindi sgradevole). Noi apparteniamo alle due categorie di cui sopra, ma non esitiamo a scrivere che il film l'abbiamo gradito e molto. Anche se non è tra i nostri preferiti per la corsa all'Oscar (5 candidature), perché una vittoria sarebbe sì il parto di una decisione politicamente corretta. La correttezza di 'Green Book' è invece l'unica che ci piace, quella dei diversi tra loro che scoprono di non esser diversi, quella che possiamo far risalire a Peppone e Don Camillo, gli amici nemici che facevano sempre la cosa giusta. E quindi per almeno tre quarti ci si diverte ci si commuove ai battibecchi tra Don e Tony, tanto più che sono veri. I personaggi sono andati davvero in giro mezzo secolo fa col green book (e il vero Tony è ancora in circolazione, ha recitato nei 'Soprano'). Maestro come prevedibile nell'arte di inanellare gag, Peter Farrelly arriva senza stonature anche al dramma (Green Book non rinuncia a ricordare che negli stessi anni negli stessi luoghi ammazzavano i neri che reclamavano per i diritti civili)". (Giorgio Carbone, 'Libero', 31 gennaio 2019)

"Road-movie di formazione civile tra il Bronx e il sud razzista primi '60, accuratamente confezionato in commedia di amicizia e integrazione. (...) Accordi&disaccordi di etnia&musica a colpi di pregiudizi e solidarietà dalla storia vera del padre dello sceneggiatore Nick Vallelonga. Con l'eccentrico Shirley Tony impara a comprendere le differenze e le qualità umane contro il razzismo." (Silvio Danese, 'Il Giorno, 7 febbraio 2019)

I film della stagione 2019 / 2020


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