Domenica 16 aprile - Ore 16:00 e 21:00
Lunedì 17 aprile - Ore 21:00
La promozione Vieni al cinema alla domenica sera: costa meno! è posticipata al lunedì sera |
Sabato 15 non sono previste proiezioni |
L'incredibile storia, mai raccontata, di Katherine G. Johnson, Dorothy Vaughn e Mary Jackson, tre brillanti donne afro-americane che hanno lavorato alla NASA e che hanno collaborato a una delle più grandi operazioni della storia: il lancio in orbita dell'astronauta John Glenn, un risultato sorprendente che ha riportato fiducia alla nazione statunitense e ha segnato una svolta nella corsa verso la conquista dello spazio, galvanizzando il mondo intero. Un trio visionario che ha attraversato tutte le barriere di genere e razza ispirando le future generazioni a sognare in grande.
Regia: Theodore Melfi
Interpreti: Taraji P. Henson, Octavia Spencer, Janelle Monáe, Kevin Costner, Kirsten Dunst, Jim Parsons, Mahershala Ali, Aldis Hodge, Glen Powell, Kimberly Quinn
Sceneggiatura: Theodore Melfi, Allison Schroeder
Fotografia: Mandy Walker
Montaggio: Peter Teschner
Durata: due ore e sette minuti
Sono state le donne ad incoraggiare Margot Lee Shetterley a scrivere finalmente la storia delle matematiche di colore della NASA. Un capitolo, come lei precisa raccontando la genesi del suo romanzo, legato ad uno dei momenti più significativi del XX secolo, la conquista dello spazio da parte degli americani in lacerante competizione coi sovietici. “Troppo spesso nella storia i loro ritratti, i nostri ritratti, di donne di colore – prosegue – sono stati gravati dalla retorica negativa e dalla vulnerabilità che derivano dall’essere sia di colore che donne”. La retorica non grava assolutamente, invece, sul film che Theodore Melfi ha tratto da quelle belle pagine (ed. Harper Collins) gestendo in modo assai narrativo e avvincente, battaglie, umiliazioni e successi delle calcolatrici dell’Area ovest, quella dove loro erano isolate, e attorno un muro di omertà, se non di indifferenza. A Langley, in Virginia. L’America, dunque, proprio in questo anno di elezioni piuttosto sconvolgenti, si sveglia, ricorda, racconta. Erano gli anni in cui la segregazione era legalizzata e la discriminazione razziale un fatto comune. Il titolo italiano del film, Il diritto di contare, gioca quindi brillantemente su un doppio significato: diritto di valere in quanto professioniste e quello di destreggiarsi tra calcoli e cifre. Entrambi senza discriminazioni.
Se si nomina John Glenn e la missione Mercury-Atlas 6, che gli fece fare per tre volte il giro attorno alla terra nel 1962, qualcuno forse ancora ricorda. Ma i nomi di chi gli salvò la pelle facendo calcoli impossibili e velocissimi, ossia Katherine G. Johnson, insieme a Dorothy Vaughan e Mary Jackson, sono tuttora sconosciuti, sebbene la loro energia e audacia, unite al ruolo fondamentale di ingegnosi “computer umani”, siano stati indispensabili alla NASA. Le tre attrici che le interpretano sono assolutamente formidabili: Taraji P. Henson, Octavia Spencer e Janelle Monáe e pure Kevin Costner si ritaglia il ruolo del leader con onore. Un lavoro di squadra che fece crollare muri, una amicizia che si consolidò nelle prove. Erano i tempi di John Kennedy, quelli. E paiono lontanissimi. (Luca Pellegrini)
"Film tradizionale, didascalico, interessante perché apre una pagina di storia non nota, il film anche se pare ogni tanto un déjà vu (...) nella lotta al razzismo, vale nel racconto della vita di tutti i giorni, il genio che sfida l'idiozia. Tre grandi attrici compagne ci rendono ogni sfumatura vicina, Taraji P. Henson, Janelle Monae, Octavia Spencer." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 9 marzo 2017)
"(...) storia vera edificante, raccontata senza svolazzi puntando sul semplice fascino della realtà (...)." (Fulvia Caprara, 'La Stampa', 9 marzo 2017)
"Donne, nere e nella Virginia razzista fra gli anni 50 e 60. (...) Tanto affascinante quanto pressoché sconosciuta, la loro storia ha preso luce meritata prima nel libro di Margot Lee Shetterly (...) e successivamente in un biopic dal segno hollywoodiano. (...) Film luminoso e illuminante nella sua lineare classicità, è impreziosito da tre attrici in perfetta sintonia con i personaggi rivoluzionari loro assegnati." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 9 marzo 2017)
"Cinema 'obamiano': pellicole prodotte durante i due mandati del primo presidente nero Barack Obama, tra il 2009 e 2017, concentrate sui progressi sociali degli afroamericani in Usa. Alcuni esempi: '12 anni schiavo' (2013), 'The Butler - Un maggiordomo alla Casa Bianca' (2013), 'Selma' (2014). Rientra nella categoria 'Il diritto di contare', storia vera di tre afroamericane degli anni 60 impiegate dalla NASA nella cosiddetta corsa allo spazio contro gli agguerriti sovietici. (...) Il senso del film è la condivisione patriottica della sfida spaziale all'URSS in cui i neri scattarono in alto insieme a tutte le altre etnie. Non potrebbe esserci concetto più 'obamiano', e distensivo, di questo. Ispirato dalle pagine del libro di Margot Lee Shetterly, il bravo regista Melfi (...) adatta, comprime e drammatizza come è necessario nel grande cinema popolare americano. Ne esce fuori un film compatto, piacevole e concreto nella sua missione. Divine le tre interpreti tra cui spicca la Henson di una Katherine adorabile nel suo zelo leggermente autistico (umilierà, alla lunga, un odioso nerd razzista) affiancata dalla matronale Spencer e dalla vivace Monáe (lei l'abbiamo ammirata anche nel Miglior Film agli Oscar 2017 'Moonlight')." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 9 marzo 2017)
"(...) 'Hidden Figures' risulta, a schermo acceso, uno di quei film che ti fanno riempire bene la serata. Per merito di tutti gli addetti: dalla regia (con annessa sceneggiatura) agli attori (Octavia Spencer, ma anche incredibilmente Kirsten Dunst) alla struggente colonna sonora. Theodore Melfi per noi era fin d'ora nessuno, ma siamo sicuri che volerà alto. Perché è un gran ruffiano. Prende personaggi di mezzo secolo fa (incredibile che siano esistiti) e ce le fa sembrare le ragazze della porta accanto. Da seguire (e da indignarsi) quando sono messe in croce da razzisti sessisti. E da giubilare in coro quando la favola (perché favola non è, ma lo sembra) si compie: quella di tre ragazze nere che raggiungono lo scopo della vita mandando tra le stelle un ragazzo bianco." (Giorgio Carbone, 'Libero', 9 marzo 2017)
"E' stato uno dei grandi sconfitti nella notte degli Oscar. Un peccato, perché la storia vera delle tre donne di colore Katherine Johnson, Dorothy Vaughn (Octavia Spencer, bravissima) e Mary Jackson (Janelle Monae) (...) meritava almeno un riconoscimento. Un film dalla narrazione lineare, semplice, che limita la retorica, puntando sui fatti e su un ben ritrovato Kevin Costner." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale' 9 marzo 2017)
"Biopic standard, ma preciso, studiato per segnare le offese tremende dei diritti salvando la lungimiranza dei bianchi buoni (il boss Costner), lascia intuire che fu anche peggio di quanto si possa immaginare. Premio simpatia alla Spencer, però la solista del trio è la Henson (...). Emoziona." ('Nazione-Carlino-Giorno', 9 marzo 2017)
"Il regista (...) racconta un doppio percorso di emancipazione che vede queste donne decise sia a dimostrare le proprie competenze in un mondo al maschile, sia a rivendicare i propri diritti civili, ristabilendo l'eguaglianza tra bianchi e neri." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 3 marzo 2017)