Sabato 21 maggio 2016 - Ore 21:00
Domenica 22 maggio 2016 - Ore 16:00 e 21:00
Enzo Ceccotti entra in contatto con una sostanza radioattiva. A causa di un incidente scopre di avere un forza sovraumana. Ombroso, introverso e chiuso in se stesso, Enzo accoglie il dono dei nuovi poteri come una benedizione per la sua carriera di delinquente. Tutto cambia quando incontra Alessia, convinta che lui sia l'eroe del famoso cartone animato giapponese Jeeg Robot d'acciaio.
Regia: Gabriele Mainetti
Interpreti: Claudio Santamaria, Luca Marinelli, Ilenia Pastorelli, Francesco Formichetti, Salvatore Esposito, Antonia Truppo, Stefano Ambrogi, Maurizio Tesei, Gianluca Di Gennaro, Daniele Trombetti
Sceneggiatura: Nicola Guaglianone, Menotti
Fotografia: Michele D'Attanasio
Montaggio: Andrea Maguolo
Musiche: Gabriele Mainetti, Michele Braga
Durata: un'ora e 53 minuti
Valutazione Pastorale (dal sito dell'Associazione Cattolica Esercenti Cinema - ACEC)
Giudizio: Complesso/violenze
Tematiche: Cinema nel cinema; Violenza;
Alla festa di Roma 2015, lo sport preferito è stato quello di definire
il 'genere' di riferimento. Brillante? Sarcastico? Grottesco?
Umoristico? Il carattere introverso e chiuso di Enzo sembra respingere a
priori ogni identità. Anzi, Ceccotti di per sé è del tutto privo di
senso e la difficoltà nello staccarsi dagli altri enuncia la
impossibilità di essere se stesso. La spirale di violenza nella quale a
poco a poco si adagia fa di Enzo un cattivo 'involontario', come se ogni
azione fosse voluta da una taumaturgica volontà di 'voglio/non voglio'.
Così la presenza di Alessia svolge il ruolo di una mediazione di forme,
di una aggressione di evanescente favola irreale. Sembra che, a lungo
andare, l'amore finisca ingoiato nel tunnell della ridistribuzione delle
attese. Il personaggio di Zingaro così maldestramente cattivo e
provocatoriamente spaventato dalla sua stessa paura emana un terrore
ridicolo nella sua coazione a ripetersi. La domanda torna priva di
risposta. Perché sul momento si può anche ridere e lasciarsi andare alla
ironia. Poi si può pensare, o riflettere sugli effetti collaterali. La
fuga di Enzo potrebbe essere una sola, unica contraddizione in termini,
un controcanto di impensabile separazione. Dal punto di vista pastorale,
il film è da valutare come complesso, e segnato da violenze
(metaforiche?).
Utilizzazione: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e in successive occasioni per un pubblico predisposto ad immagini di 'richiamo' che mostrano violenza per intendere qualcosa di contrastante con la violenza stessa. Adatto ad appassionati di splatter e di un repertorio in linea con il dire e il fare di tarantiniana memoria.
Applausi a scena aperta durante la proiezione stampa, e una certezza: sarà difficile sfilare il Premio del Pubblico della decima Festa di Roma a Lo chiamavano Jeeg Robot. Piuttosto, segnatevi questo nome: Gabriele Mainetti. Classe 1976, una qualche notorietà per il corto Tiger Boy, all’esordio al lungometraggio fa qualcosa di quasi impossibile: un film di supereroi italiano.
Non c’era riuscito nessuno, nemmeno il Gabriele Salvatores de Il ragazzo invisibile, viceversa, lui trasforma la sceneggiatura di Nicola Guaglianone e Menotti in un film molto radicato in Roma e nell’italianità e, insieme, alieno alla nostra produzione corrente: malavita capitolina, camorra, manga giapponesi (Jeeg Robot) e supereroi disfunzionali hollywoodiani, il tutto frullato in 122’ (si poteva tagliare qualcosa) che fanno sul serio nell’aderenza al genere ma contemporaneamente lasciano spazio all’ironia e al nonsense.
Protagonista è Enzo Ceccotti (Claudio Santamaria, ingrassato ad hoc), criminale di quart’ordine, una smodata passione per il porno e lo yogurt: sfuggendo ai poliziotti, si immerge nel Tevere, dove entra in contatto con dei fusti contenenti un liquame radioattivo. Smaltita l’intossicazione, scoprirà di avere guadagnato una forza sovrumana, tanto da poter staccare un bancomat dal muro e portarselo a casa sotto braccio… Nel palazzone di Tor Bella Monaca dove abita, risiede pure Alessia (Ilenia Pastorelli, il Grande Fratello 12 in carnet): una “matta scocciata”, vittima di plurime violenze, e convinta di vivere nel manga Jeeg Robot d’Acciaio. Per farla breve, eleggerà Enzo a suo Hiroshi, l’eroe di Jeeg Robot, ma le cose sono più complicate del previsto: mentre Roma è bersaglio di attentati terroristici, forse orchestrati dalla camorra in risposta al blocco degli appalti pubblici, Enzo deve fare i conti con la banda dello Zingaro (Luca Marinelli)...
Effetti speciali senza strafare ma molto ben fatti, sceneggiatura che dialettizza il canovaccio fumettistico e supereroistico e i dialoghi indolenti e cafoni a indicazione geografica tipica romana, interpreti in stato di grazia – sia Santamaria, che regala a Enzo chili in esubero, inadeguatezza e nonchalance, che Marinelli, il Joker de ‘noantri – per un approdo financo paradossale: ma era così difficile fare un film così? Il futuro di Mainetti, e dei suoi sceneggiatori, è roseo, ma pure quello del ritrovato genere italiano: supereroi alla riscossa! (Federico Pontiggia)