Sabato 25 ottobre - Ore 21:00
Domenica 26 ottobre - Ore 16:00 e 21:00
Greta e Dave, fidanzati dai tempi del liceo ed entrambi cantautori, si trasferiscono a New York quando lui riceve un'offerta da un colosso dell'industria musicale. La celebrità, e le molte tentazioni che la accompagnano, fanno perdere la testa a Dave e incrinano il loro rapporto. Nella metropoli scintillante e piena di opportunità, Gretta incontra Dan, un dirigente di un'etichetta musicale che assiste per caso ad una sua esibizione nell'East Village e resta subito colpito dal suo talento naturale. Intorno a questo incontro casuale prende vita la storia di due persone che si aiutano reciprocamente a cambiare nel corso di un'estate newyorchese.
Regia: John Carney
Interpreti: Keira Knightley, Mark Ruffalo, Hailee Steinfeld, Catherine Keener, Adam Levine, Mos Def, James Corden
Sceneggiatura: John Carney
Fotografia: Yaron Orbach
Montaggio: Andrew Marcus
Musiche: Gregg Alexander
Durata: 1 ora e 44 minuti
Non fidatevi del titolo, il regista dublinese John Carney scopiazza il suo Once: deludente
In Once (2008) c’era l’incontro a Dublino tra un chitarrista di strada che ripara aspirapolveri nel negozio del padre e una ragazza céca che svolge umili lavori per mantenere mamma e figlioletta. I due si scoprono appassionati di musica, e lui la convince a realizzare un demo da inviare alle case discografiche. Sarebbe difficile affermare che il racconto del nuovo film di John Carney segua il titolo, Tutto può cambiare. Ad essere precisi, al posto di Dublino c’è New York, ma sempre di un lui e lei si tratta: lui è Dan, dirigente in crisi di una etichetta discografica; lei è Greta, fidanzata con un cantautore emergente che si trasferisce a San Francisco, ottiene successo e cede ad un una nuova relazione. Del tutto fortuito, l’incontro tra Dan e Greta è la scintilla che permette ad entrambi di ritrovare i giusti stimoli a partire dalla grande passione per la musica.
Il regista resta dunque sempre all’interno del prediletto scenario canoro, e nel finale, quando si concretizza l’idea di Dan di far esibire il gruppo appena costituito e incidere canzoni in luoghi impensati di New York, il realismo cede completamente il posto alla fiaba metropolitana. Il copione sembra una sintesi tra il Woody Allen cantore della Grande Mela, il Paul Mazursky di Stop a Greenwich Village e sfocate suggestioni da A proposito di Davis di Joel Coen. La storia d’amore non nasce, Dan e Greta restano sulla soglia dell’amicizia genuina e pulita, lui anzi recupera il rapporto con la moglie e la figlia adolescente.
Ne esce un piccolo, timido musical collocato ad altezza di favola urbana. La regia di Carney fa pochi sforzi per lasciare qualche graffio, Mark Ruffalo appare a proprio agio nel ruolo dello scapestrato/ravveduto Dan; Keira Knightley spreca invece inutili energie in un personaggio poco incisivo e di limitato spessore. (Massimo Giraldi)
"«Non è un' altra stupida commedia americana». Il titolo del divertente 'spoof' di una dozzina d'anni fa si adatta benissimo al nuovo film di John Carney, già autore dell'amabile 'Once'. Anche in 'Tutto può cambiare' la musica è il cuore del film, mentre tornano i temi prediletti di Carney come gli amori passeggeri e la ricerca personale dell'onestà. Però il cineasta irlandese tenta questa volta l'avventura americana (anche se con un film dall'aspetto molto indie), disponendo di interpreti noti come Mark Ruffalo, Katherine Keener e Keira Knightley. (...) Adam Levine, vocalist dei Maroon 5 (...) firma anche la colonna sonora (...). Tutto può cambiare appartiene al genere che gli americani chiamano feel-good-movie, il film per far stare bene. A misurare la distanza tra questo e un prodotto standard di Hollywood, però, la si trova molto più lunga del previsto. Se la trama è, più che di amicizia, una storia d'amore irrealizzato, Carney la racconta però con una leggerezza ammirevole, consegnandola a un lieto fine dolceamaro che non rispetta i cliché della commedia sentimentale. Poi il film utilizza la musica non solo come accompagnamento, ma come argomento, caldeggiando una scelta d'indipendenza, artistica ed economica, dai cedimenti allo star-system e una 'rete' solidale di appassionati che riunisca musicisti e ascoltatori (avvertenza importante! evitare di lasciare la sala durante i titoli di coda: il vero finale arriva mentre scorrono). Fa, insomma, l'elogio di una bohème musicale erede di quella rappresentata dai fratelli Coen in 'A proposito di Davis'. Non banale lo schema narrativo, che ritorna più volte sulla scena-chiave dell'esibizione di Gretta nel club; incantevoli alcune sequenze (i protagonisti che ascoltano musica con un auricolare 'sdoppiato'); scelti benissimo i character di supporto, tra i quali il rapper CeeLo Green nel cammeo di un amico di Dan. Se Knightley trova una delle parti più convincenti della sua eclettica carriera, Mark Ruffalo fa un po' il ruolo di Mark Ruffalo, è vero. Però il film vi si presta particolarmente e non c'è da lamentarsi. Tanto più che, tra i due seducenti attori, si stabiliscono una complicità e una 'chimica' che non capita di trovare ogni giorno." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 16 ottobre 2014)
"E' un film senza apparenti pretese, ma stilisticamente insolito e delicato senza smancerie «Tutto può cambiare» del regista Carney già apprezzato dagli intenditori per «Once» (2006). Minimalistica, al limite della falsa riga giovanilistica, ma la storia delle incomprensioni e fatali collisioni che portano a sperperare il valore di coppia centra l'obiettivo grazie anche alle ottime interpretazioni dell'intero cast. Freschezza e astuzia si dividono in parti uguali nel sorreggere il ricamo della cinepresa, scortata come meglio non si potrebbe dalla colonna sonora, in pratica un album registrato dal vivo per le strade di New York. (...) le schermaglie degli artisti incompresi, dei perdenti anonimi, degli amori bastonati dalle traversie della vita vissuta, dei produttori incapaci di cogliere i mutevoli gusti di sua maestà il pubblico consumatore acquistano, nella scansione sincopata, sfumata, autoironica conferita dallo stile a metà strada fra il classico e lo sperimentale, sentore di «verità cinematografica» e pudore incalzato dall'indiscreto fascino della cinepresa." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 16 ottobre 2014)
"All'ombra dei grattacieli, Keira e Mark registrano un ispirato demo fuori delle regole del mercato (canzoni di Gregg Alexander, ex New Radicals), che il regista irlandese John Carney traduce in un piccolo quasi-musical di accattivante spontaneità. Però, il copione resta fragile; e che peccato lasciare latente il motivo romantico, vista l'indubbia alchimia fra una Knightley di inusitata freschezza e un Ruffalo di malinconico, suadente charme." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 16 ottobre 2014)
"Reduce dal successo del piccolo film 'cult' 'Once', l'irlandese Carney prosegue il suo felice connubio musica-cinema, mostrando abilmente la sua competenza sull'evoluzioni 'social' dell'industria musicale contemporanea. La commedia, ambientata nel mitico East Village di NY, è gradevole, ben recitata e solidale con chi ancora crede nei miracoli. Che tanto male non fa." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 16 ottobre 2014)
"John Carney torna sul luogo del diletto. Il regista ex musicista che meglio di tutti ha filmato la genesi interiore ed esteriore della musica leggera con il capolavoro 'Once' (vicino a lui l'asettico Godard spione dei Rolling Stones al lavoro su 'Simpathy for the Devil' in 'One Plus One'), vola a New York per 'Tutto può cambiare'. (...) Il tocco di Carney come in 'Once': la love story tra i protagonisti serve loro per ricominciare, forse, ad innamorarsi di altri. Ruffalo e Knightley adorabili. (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 16 ottobre 2014)
"Per chi ama le belle coppie dello schermo. Keira e Ruffalo assieme funzionano a meraviglia (lei è molto meglio che in 'Anna Karenina' e lui ritrova una lena che credevamo smarrita). Ma il film è parecchio divertente anche nei flash backs che precedono l'incontro della strana coppia." (Giorgio Carbone, 'Libero', 16 ottobre 2014)
"La vera protagonista di questo film è la musica. Tutto il resto, gira intorno alla sua consacrazione e non tanto come forma d'arte, ma piuttosto per esaltare il suo essere mezzo privilegiato da alcuni per esprimere sentimenti e convogliare emozioni. Sembra quasi una dichiarazione d'amore fatta dal regista John Carney nei suoi confronti, che ne esprime appieno la magia come già aveva fatto nel suo precedente e apprezzato 'Once'. Ora, basti pensare come sarebbe questo film senza questo tripudio musicale. Una storia semplice, come tante, già vista e rivista. Quasi banale. Invece, l'accoppiata musica-New York, riesce ad elevare il film dalla media, restituendo allo spettatore sensazioni più che positive. Merito, soprattutto, di un grande Mark Ruffalo (...). La Knightley ha l'unico pregio, in questa pellicola, di cantare davvero molto bene, contribuendo, con la sua voce, alla meravigliosa colonna sonora che vale, da sola, il prezzo del biglietto. Per il resto, è un film sentimentale come tanti, ma che piacerà a chi ama la musica. Con un finale, poi, meno scontato del previsto." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 17 ottobre 2014)