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Regia: Fisher Stevens
Interpreti: Al Pacino, Christopher Walken, Alan Arkin, Vanessa Ferlito, Julianna Margulies, Katheryn Winnick
Sceneggiatura: Noah Haidle
Fotografia: Michael Grady
Musiche: Lyle Workman
Durata: 1 ora e 50 minuti
Valutazione Pastorale (dal sito della CNVF della Conferenza Episcopale Italiana)
Giudizio: consigliabile, problematico
Tematiche: Amicizia; Anziani; Famiglia; Gangster; Metafore del nostro tempo; Sessualità
Tutto in una notte, dopo trenta anni di carcere e una vita in attesa di riscatto. Questa scorribanda 'on the road' di tre gangster impenitenti che vogliono rimandare l'ultimo appuntamento con la morte ha i toni elegiaci di un malinconico passo d'addio, un saluto irriverente e rabbioso che ricorda quello analogo di John Wayne e James Stewart ne "Il pistolero" di Don Siegel (1976). Dal western al gangster la differenza è in fondo poca, e l'esordiente Stevens ha la capacità di recuperare una mitologia dell'immaginario americano questa sì senza età né epoca. Il resto lo fanno i tre attori in quell'interscambio magico in cui finzione e verità riescono a non farsi più distinguere. L'elegia senile di un 'genere', tra rimpianti, colpi di coda, ribellione, sentimenti non detti, è forse anche quella di un certo cinema, di storie che sedimentano emozioni e restano timide, quasi timorose di non rendere eroi quei malavitosi incalliti. Un ritratto intenso per un film che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile e nell'insieme problematico.
Utilizzazione: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, interessante anche per come fa emergere umanità e comprensione nelle vite dei tre gangster. Attenzione è da tenere per minori e piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di dvd e di altri supporti tecnici.
Toccante commedia senile: Al Pacino e Christopher Walken cantano nostalgia canaglia
E’ un film che inizia dal secondo tempo. Accade tutto in un giorno, dopo che tutto è già accaduto. Ventiquattro ore nella vita di due mobster - uno appena uscito dopo 30 anni galera e l’altro lì ad aspettarlo, per farlo fuori – in cui precipitano gli eventi del passato. Addirittura meno di un paio (d’ore) nella carriera di due grandi attori, Al Pacino e Christopher Walken (aggiungiamo in terzo: Alan Arkin), che sono anche due attori grandi (entrambi sopra i 70). Un rendez-vous da ultima alba. Un momento incastonato tra la memoria e l’attesa, vissuto senza più ansie da conquista.
E’ una commedia intrisa di nostalgia Uomini di parola, segnata da arguzie amare e morbidi chiaroscuri.
Un racconto senile che si muove con lenta, inesorabile continuità. Lungo
l’arco di una giornata: una durata troppo breve in una vita, può essere
lunga sul grande schermo.
Compressione e dilatazione, il cuore del
film è un metronomo. Un ritratto del tempo che sarebbe piaciuto a
Deleuze.
Tempo già vissuto, che passa, incalza, si consuma. E tempo che rimane. Quella curva stretta, tra presente e futuro, da cui dobbiamo passare.
La scelta che ci compete è un’altra, rassegnarsi o scuotersi, attendere o agire. Tocca a noi decidere, ma la libertà non aspetta.
Domani è già oggi. (Gianluca Arnone)