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Mentre migliaia di turisti affollano spiagge, campeggi e locali di Porto Vecchio in Corsica, cinque adolescenti si trascinano annoiati senza meta. In una sera di particolare noia Aziz li porta in una villa dove il padre lavora come custode. I ragazzi passano la notte indisturbati nel lusso della casa e all’alba vanno via rubando degli oggetti senza valore e dei fucili da collezione. I proprietari, al ritorno da Parigi, si lamentano con un piccolo boss locale di loro conoscenza di aver subito un furto con scasso innescando una reazione inaspettata nei ragazzi. Attraverso la loro storia si racconta la Corsica di oggi e le sue contraddizioni.
Il film è stato presentato alla Quinzaine des Rèalisateurs 2013 e in Concorso al Giffoni Film Festival 2013
Regia: Thierry de Peretti
Interpreti: François-Joseph Culioli, Aziz El Haddachi, Hamza Meziani, Joseph-Marie Ebrard, Maryne Cayon, Andréa Brusque, Henri-Noël Tabary, Danielle Arbid, Michel Ferracci, Hassane El Idrissi
Sceneggiatura: Thierry de Peretti, Benjamin Baroche
Fotografia: Hélène Louvart
Montaggio: Pauline Dairou
Musiche: Cheveu
Scenografia: David Bersanetti
Costumi: Mati Diop
Il film è vietato ai minori di 14 anni
Valutazione Pastorale (dal sito della CNVF della Conferenza Episcopale Italiana)
Giudizio: Giudizio: Consigliabile, problematico, dibattiti
Tematiche: Amicizia; Emigrazione; Famiglia - genitori figli; Giovani; Male; Rapporto tra culture; Storia
Per il suo primo film Thierry de Peretti (nato ad Ajaccio) è partito da un tragico fatto di cronaca: tre giovani ne uccidono un altro e lo seppelliscono nel bosco. Tutti provengono dalla cittadina di Porto Vecchio e dalle sue periferie; due nativi della Corsica, due Corsi di origine marocchina. Le indicazioni servono a creare le premesse dei fatti: la Corsica vive di molte contraddizioni, non quella ottocentesca delle vendette e dell'onore ma quella più recente, originata dalla fine della guerra d'Algeria quando l'incontro sul territorio tra francesi reduci all'Africa e magrebini ha delineato quel quadro di tensioni e contrasti tuttoggi esistente. Le generazioni più giovani pagano il prezzo dell'assenza di valori e di punti di riferimento. Su un fatto autentico, il regista getta un'occhio aspro, secco, risentito. Crea un effetto di realtà metaforica, di documento ibrido con toni stranianti che culmina nella sequenza finale, ambigua e intrigante nel rimpallo di sguardi dentro e fuori l'immagine. Con l'intento di non fermarsi ai colpevoli previsti ma di leggere il vissuto in modo più ampio. Ritratto acerbo, scavato, sofferto, per un film che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e in seguito in occasioni mirate come avvio alla riflessione sui molti argomenti proposti dalla storia. C'è il divieto ai minori di 14 anni, e quindi molta attenzione è da tenere per minori e piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di dvd e di altri supporti tecnici.