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Stati Uniti, anni Cinquanta. In un sobborgo operaio di una cittadina dello Stato di New York vive un gruppo di ragazze adolescenti - Legs, Maddy, Lana, Rita e Goldie - che sogna un mondo in cui siano loro a dettare le leggi sconfiggendo il violento strapotere degli uomini. Così, stanche di essere continuamente umiliate e discriminate, sia per essere donne che per essere povere, stringono tra loro un patto di sangue (suggellato dalla fiamma che si tatuano sulle spalle) e formano una gang femminile: le Foxfire...
Dal romanzo Ragazze Cattive di Joyce C. Oates, edito in Italia da NET
Foxfire è il primo film in lingua inglese diretto da Laurent Cantet, vincitore della Palma d’Oro a Cannes nel 2008 con La classe.
Film vietato ai minori di 14 anni.
Regia: Laurent Cantet
Interpreti: Raven Adamson, Katie Coseni
Sceneggiatura: Robin Campillo, Laurent Cantet
Fotografia: Pierre Milon
Montaggio: Robin Campillo, Stephanie Leger, Sophie Reine
Musiche: Timber Timbre
Durata: 2 ore e 28 minuti
Valutazione Pastorale (dal sito della CNVF della Conferenza Episcopale Italiana)
Giudizio: Complesso, problematico, dibattiti
Tematiche: Adolescenza; Amicizia; Donna; Educazione; Famiglia - genitori figli; Giustizia; Libertà; Politica-Società.
Da sempre il francese Cantet predilige quelle zone della società occidentale nelle quali si agitano situazioni sociali di sopruso, squilibrio, ingiustizia. Un'attenzione fissa e inisistita, per fare da contrappeso, denunciare il marcio e aiutare la ribellione, il rovesciamento delle parti, il rifiuto dell'ingiustizia. Stavolta il regista esce per la prima volta dai confini nazionali, arriva in America e parte dal romanzo "Ragazze cattive" di Joyce Carol Oates. Nello scenario degli States anni '50, la rappresentazione di una provincia piccola e senza sbocchi, chiusa nel trionfalismo autoreferenziale dei bianchi dominanti, della legge del dollaro e dell'anticomunismo viscerale è terreno fertile per un sognatore rivoluzionario come Cantet. Che racconta tutto esattamente, sa essere preciso e convincente, dà il giusto spazio agli ideali di ieri nella speranza che tornino oggi, sta dalla parte degli ultimi e offesi perché non può non essere così. Non trova però la sintesi giusta, perde il filo e si fa condurre ai 143' con un racconto troppo slabbrato e ripetitivo. Tutte brave le ragazze, ma il copione non offre loro troppi elementi di dialettica drammatica. Resta un ritratto pulsante, carico e incisivo di un periodo che è giusto riprendere in un film che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e ripreso in occasioni mirate per avviare riflessioni sui molti argomenti affrontati. Attenzione è da tenere per minori e piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di dvd e di altri supporti tecnici.
Altro che Pussy Riot e Femen: la baby-gang di Laurent Cantet non fa prigionieri
Dal romanzo di Joyce Carol Oates, la prima volta fuori dalla Francia per Laurent Cantet: reduce dalla Palma d’Oro 2008 per La classe, continua con gli adolescenti, ma back in the days, gli anni ’50, una cittadina nello Stato di New York e una “baby-gang” di umiliate e offese che sotto il nome Foxfire sfidano sessismo e conformismo.
Prima delle Pussy Riot, prima delle Femen, e meglio di entrambe, le Foxfire hanno uno spontaneismo libertario, la mano (anche) armata e la coscienza da venire, predicano in parole (poche), opere (tante) e omissioni (ideologiche) il comunismo, ma nell’equazione $=Shit=Death la parte più vera è la vernice che imbratta la vetrina, e la capobranco Legs (Raven Adamson, splendida) non ce ne voglia.
Primum vivere deinde philosophari, e quel primum è tutto, quel vivere fino alle estreme conseguenze, l’attimo fuggente in una teoria a tempo determinato, se non precaria: film sinuoso ed energico senza parossismo, che si dibatte felicemente tra l’architettura classica e il design d’interni (macchina a mano, piani sporchi) guerrilla-style, rifiuta la bacheca nonostante il modernariato, guarda a ieri ma vede l’oggi, evitando le tirate pseudo femministe, gli occhiolini impegnati, la lotta seriosa. (Federico Pontiggia)