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Nina è cresciuta a pane e politica. Idealista, integralista e decisamente di sinistra, crede in quello che fa ed è convinta del fatto che si possa lottare per un mondo migliore. Vive con Bernardo, giovane intellettuale e scrittore di imminente - ma non ancora conclamato – successo: uno destinato a fare la giovane promessa per tutta la vita. Niente di più diverso da Giulio, erede di una famiglia di industriali, che più arrogante e qualunquista non si può. Uno che l'idea del mondo migliore non lo sfiora neppure. Non a caso è fidanzato con Simonetta, una simpatica biondezza che ogni tanto inciampa persino sui congiuntivi. Ma Nina e Giulio casualmente si incontrano. Ed è odio a prima vista. Esattamente il tipo di uomo che lei disprezza, che ha sempre disprezzato. Esattamente il tipo di donna che lui ignora, che ha sempre ignorato. Mondi diversi, pensieri diversi, ideali (o non ideali) diversi, se non fosse che il confine fra odio e amore è molto labile e basta poco a ridisegnare la geometria sentimentale di due coppie apparentemente solide. Perché quando la passione li travolge, sembra che ogni presunta certezza venga distrutta ed ogni differenza azzerata. Ma è proprio vero che in amore niente regole? Nina e Giulio non lo sanno, ma di certo non si fermeranno prima di scoprirlo.
Liberamente tratto dal romanzo di Chiara Gamberale Una Passione Sinistra.
Regia: Marco Ponti
Interpreti: Alessandro Preziosi, Valentina Lodovini, Vinicio Marchioni, Geppi Cucciari, Eva Riccobono, Iurij Ferrini, Glen Blackhall
Sceneggiatura: Marco Ponti
Fotografia: Vladan Radovic
Montaggio: Clelio Benevento
Musiche: Gigi Meroni
Durata: 1 ora e 30 minuti
Il qualunquismo sentimental-politico abita qui. Il ritorno sottotono di Marco Ponti, nove anni dopo A/R Andata + Ritorno
Nina (Valentina Lodovini): idealista, ecologista, radical chic. Giulio
(Alessandro Preziosi): ricco, arrogante, maschilista. La prima eredita
dal padre una magnifica villa sul mare, il secondo la vuole acquistare.
Lo "scontro" tra i due sarà violento, ma ancor di più dirompente sarà
l'inevitabile incontro tra due mondi apparentemente così distanti.
Marco Ponti torna alla regia di un lungometraggio a quasi dieci anni di
distanza da A/R Andata + Ritorno, opera seconda che non riuscì a bissare
il successo ottenuto con Santa Maradona. Stavolta prende spunto da Una
passione sinistra, romanzo di Chiara Gamberale (ed. Bompiani, 2009) che
Bianca Film e Rai Cinema hanno deciso di portare sullo schermo, per
raccontare la possibile metamorfosi di due personaggi intrappolati nelle
proprie convinzioni: il film è di un qualunquismo disarmante, e lo si
intuisce già dalla partenza, con la voce over della Lodovini che ci
"descrive" chi è Nina. La solita carrellata di luoghi comuni, con la
"nostra" impegnata sentimentalmente da un decennio con lo scrittore di
futuro (?) successo Bernardo (Vinicio Marchioni), disposto a tutto per
un'ospitata da Fazio e ovviamente sempre pronto a timbrare il cartellino
con la "fan" di turno. Guarda caso la bionda, svampita e cerebrolesa
fidanzata del destrorso Giulio, interpretata da Eva Riccobono: il quadro
è delineato, la morale pure ("rossi e neri magari non esistono più ma
continuano a essere comunque uguali"), il messaggio non tarda ad
arrivare: "Siamo diversi ma ci possiamo amare". Manca il cinema, e la
capacità di svincolarsi dal solito teatrino caratterizzato da personaggi
che la realtà non riconosce più. E con i quali, ormai, si fa fatica
anche a sorridere. Peccato. (Valerio Sammarco)
"La canzone di Gaber sui titoli di testa lascia ben sperare, ma la commedia resta prigioniera degli stereotipi (Preziosi, di destra, è bello e bravo a letto; Marchionil, sinistra, è l'intellettuale che smania per Fazio): girotondo di coppie. Il film di Marco Ponti coglie in Valentina Lodovini un' intonata protagonista, e nella Riccobono una svampita comprimaria." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 18 aprile 2013)
"Dal romanzo della Gamberale, Marco Ponti trae una commedia intesa a mettere alla berlina entrambe le parti, grazie ai rispettivi partner di Nina e Giulio, un tronfio romanziere (Marchioni) e un'appariscente finta-tonta (Riccobono); per non parlare dei salottieri ritrovi di una destra corrotta e della figura di un aspirante sindaco di Roma, fatuo progressista bravo a vendersi come il nuovo che avanza. Ma il film non vola più alto del teatrino stereotipo che inscena." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 18 aprile 2013)
"Ennesimo film della stagione in cui l'attualità politica si insinua tra le pieghe della commedia all'italiana, 'Passione sinistra' è forse il peggiore del mazzo, ma dopo il successo di 'Benvenuto presidente!' chissà se il pubblico lo premierà. Anche qui c'è un'interprete proveniente dalla saga di 'Benvenuti al Sud' e 'Benvenuti al Nord': là Claudio Bisio, qui Valentina Lodovini che è un'attrice bella e brava (...). Peccato che, in 'Passione sinistra', lei e gli altri attori (Alessandro Preziosi, Vinicio Marchioni, Eva Riccobono) debbano fare lo slalom tra i luoghi comuni e gli ammicchi alla satira politica, che è nemica mortale del bel cinema. La storia, nella Hollywood degli anni Trenta, avrebbe fatto la gioia di Spencer Tracy e Katharine Hepburn (...). Ognuno, come suol dirsi, ha i modelli che si merita. Purtroppo, nella scena più telefonata del film, Travaglio compare davvero (...). (...) anche dicendo quella semplicissima battuta il giornalista ci dà una notizia: no, proprio non è un attore." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 18 aprile 2013)
"Per 'Passione sinistra' di Marco Ponti siamo dalle parti della commediola sentimentale. Qualcosa di più superficiale di 'Two Weeks Notice' (Sandra Bullock di sinistra, Hugh Grant di destra), 'Metalmeccanico e parrucchiera...' della Wertmüuller (Pivetti leghista, Solenghi postcomunista) o il più recente 'Matrimoni e altri disastri' (Buy sensibile, Volo cinico). (...) I coprotagonisti funzionano. I protagonisti no. Specialmente la Lodovini. In una Roma invisibile se non fosse per brutali flash da cartolina (città completamente slegata dai tormenti dei personaggi), Nina dovrà decidere se gli steccati ideologici hanno un senso, barcamenandosi come spin doctor di un aspirante sindaco (il trentaduenne Andrea Splendore, falso e ammiccante; bravo Glen Blackhall) più credibile nell'universo di 'Guerre stellari' che non in una commediola sì pop, ma in teoria anche popolare quindi un po' realistica. (...) E' invece è tutto frullatone escapista e rimasticamento di citazioni (si apre con orgasmo lanciato all'altoparlante stile 'Mash'), ammiccamenti finto-chic (Marco Travaglio in fiacco cammeo), aiutini televisivi (Geppi Cucciari mortificata; è più profonda negli spot del Bifidus), provocazioni da asilo (i titoli buffi dei film porno! Ancora? 'Clerks' è del 1994!) battute ripetute a macchinetta (la Lodovini è robotica) e autoindulgenza postmoderna. Cosa è successo a Marco Ponti, un tempo cantore del citazionismo di cuore, e dannatamente divertente, di 'Santa Maradona' e 'A/R: Andata Ritorno'? Forse non si poteva fare di più dal romanzo omonimo di Chiara Gamberale ma per chi ricorda il talento cristallino di Ponti (firmò la sceneggiatura dell' adorabile rom-com 'L'uomo perfetto') è una bella ferita cinefila questa passione né sinistra, né destra. Solo di plastica." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 18 aprile 2013)
"Fragile, simpatica e spiritosa commedia, con qualche figurina inutile, tipo la sprecata Geppi Cucciari. Ma certi sberleffi («'Se ho un dubbio mi chiedo: cosa direbbe Travaglio?'», '«Non riesco a lavorare finché non so quando mi inviterà Fazio»') sono irresistibili." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 18 aprile 2013)
"Piacerà a chi ama le commediole leggere a patto che tra un battibecco amoroso e l'altro riescono a infilare qualche osservazione non banale (al diavolo le barriere ideologiche specie quando si rivelano del tutto fasulle). Certo il cuore del regista è a sinistra, ma fortunatamente non quella che ha il vuoto dietro le sue presunte battaglie." (Giorgio Carbone, 'Libero', 18 aprile 2013)