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Il Ministro - L'esercizio dello Stato

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Il ministro dei Trasporti Bertrand Saint-Jean viene svegliato nel cuore della notte dal suo direttore di gabinetto. Un autobus è precipitato in un crepaccio. Deve recarsi sul posto, non ha scelta. Così inizia l'odissea di un uomo di Stato in un mondo sempre più compleso e ostile. Velocità, lotte di potere, caos, crisi economica...

Presentato al Festival di Cannes 2011 nella sezione Un certain regard

Regia: Pierre Schoeller

Interpreti: Olivier Gourmet, Michel Blanc, Zabou Breitman, Laurent Stocker, Sylvain Deblé, Arly Jover

Sceneggiatura: Pierre Schoeller

Fotografia: Julien Hirsch

Montaggio: Laurence Briaud

Musiche: Pierre Schoeller

Durata: 1 ora e 52 minuti

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cinematografo.it - Fondazione ente dello spettacolo ***** Tallonamento politico del politico: firmato Pierre Schoeller, il film francese che noi non faremo mai...

Quale è l’esercizio dello Stato? Acuta risposta quella di Pierre Schoeller: Il ministro (L’exercice de l’Etat) s’è assicurato il premio Fipresci a Cannes 2011 e unanime plauso di critica e pubblico. Al centro, il titolare dei Trasporti francese Bertrand Saint-Jean, interpretato dall’ottimo Olivier Gourmet, che una notte viene svegliato da un tragico incidente: macchina e elicottero per precipitarsi sul posto, piangere i 13 giovani morti, fare una dichiarazione e poi ripartire. Con una sosta inattesa: Bertrand vomita, ma non molla: riunioni, schermaglie con la moglie, rovelli a occhi aperti, incubi sessuali (una donna nuda che si infila nelle fauci di un coccodrillo), il triangolo con il capo di Gabinetto Gilles (Michel Blanc) e l’autista Martin Kuypers (Sylvain Deble) e il tran-tran frenetico e rognoso della politica.

Bertrand non è un mostro: non è il Sarkozy de La conquete e nemmeno un novello Caimano, il suo lavoro lo fa bene e con intermittente umanità, ma colpevoli sono le regole stesse del gioco che ha deciso di giocare. Non è un esercizio salutare, e Schoeller ce lo dichiara subito nella fotografia livida e nelle incursioni musicali per scuotere le nostre coscienze silenziate dal Sistema. Prodotto dai Dardenne, il tallonamento politico della politica: è anche la nostra, eppure, noi quando lo faremo un film così? (Federico Pontiggia)

La critica

"In una Francia che offre ottime occasioni, il regista radiografa la vita di un ministro con l'incubo, oltre quello erotico di un coccodrillo, di dover privatizzare le ferrovie. Ostaggio del piccolo cabotaggio del mestiere di una politica senza ideali, Olivier Gourmet simboleggia chi ha tagliato i cordoni ombelicali col mondo." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 18 aprile 2013)

"Avvincente, ricco di colpi di scena da non raccontare, condotto sul filo di una spietata analisi dello stato delle cose, 'Il ministro' (prodotto dai fratelli Dardenne) è uno dei rarissimi film sulla politica a non cedere mai alla voglia di semplificare di un pubblico ingannato dalle facili equazioni dei demagoghi." (Curzio Maltese, 'La Repubblica', 18 aprile 2013)

"Cinema francese. A firma di un regista, anche sceneggiatore, Piene Schoeller, premiato a Cannes nel 2011 dalla critica cinematografica internazionale per questo film, la sua opera seconda, che esce solo adesso nelle nostre sale. Il titolo originale, molto più indicativo di quello italiano, era 'L' Exercice de l' État' e difatti, anche se il protagonista è un ministro, la storia che lo serra da vicino mette polemicamente in evidenza le ansie, i turbamenti, le ipocrisie, gli egoismi spesso degenerati in cinismi di chi esercita il potere tra le più alte strutture dello Stato. (...) Uno studio molto attento dei caratteri di tutti i personaggi, in primo luogo, naturalmente, di quelli dei due al centro, analizzati in profondità tra le pieghe dei reciproci rapporti, in cifre in cui la dedizione fedele dell'uno è sempre abilmente contrapposta alle impellenti necessità dell'altro di privilegiare comunque la carriera. Interessa però anche la frenesia tutta ritmi concitati con cui è rappresentato negli alti livelli quell'ambiente politico, con indicazioni furbe anche dei luoghi in cui l'azione lo colloca, dall'Eliseo all'Assemblea Nazionale. Vivi e presenti grazie anche ai riflessi incisivi che hanno sulla recitazione dei protagonisti, da Olivier Gourmet, ritratto splendido delle ambivalenze e dei difetti del politico, al grande Michel Blanc, un Capo Gabinetto onnipresente e onniscente come, immagino, si augurerebbe di avere al fianco ogni ministro." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo Roma', 18 aprile 2013)

"(...) il film di Schoeller potrebbe trovare perfetta ambientazione tra i marasmi della nostra piccola patria, tanto è forte il suo mandato politico, restituito con uno sguardo straniato e straniante, capace di porre lo spettatore in una condizione di perenne disturbo, vittima di una sensazione perdurante di cataclisma e apocalisse. D'altronde Schoeller, autore della sceneggiatura, fa di tutto per minare la stabilità della narrazione, delegando fin dall'inizio a un'ouverture onirica il compito di avvolgere la scena più che realistica in un manto metaforico. (...) Prodotto dai fratelli Dardenne, con Olivier Gourmet (loro attore feticcio) straordinario interprete di questo film politico tanto francese quanto italiano." (Dario Zonta, 'L'Unità', 18 aprile 2013)

"Piacerà a chi ama i film francesi quando sono ben costruiti, scritti, interpretati (Gourmet è grande, ma Michel Blanc, più pelato e mellifluo che mai c'è sembrato enorme). Il bravo Schoeller riesce nella mission impossible di far diventare simpatico un personaggio che visto da fuori chiunque troverebbe scostante (forse è questa simpatia che ha provocato al film una stroncatura da parte di quei campioni dello starnazzo che sono i 'Cahiers du cinema')." (Giorgio Carbone, 'Libero', 18 aprile 2013)

"Originale, ma poco emozionante dramma francese, penalizzato da un titolo tutt'altro che invitante. (...) Almeno un paio di dubbi, fra i troppi sbadigli. Perché l'incidente iniziale? Perché viene assunto l'autista precario?" (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 18 aprile 2013)

I film della stagione 2012 / 2013


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