Questo evento non è attualmente presente nella programmazione dell'auditorium
Per conoscere la nostra programmazione vai alla home page del sito con oppure utilizza uno dei nostri canali informativi: newsletter
L'11 settembre 1683 trecentomila guerrieri chiamati da ogni angolo dell'Impero Ottomano tengono Vienna sotto assedio. Sono comandati dal Gran Visir Kara Mustafa, al quale il Sultano di Istanbul ha affidato il vessillo del Profeta: lo stendardo verde con la luna crescente dorata che la tradizione rivendica essere appartenuta al Profeta Maometto in persona. Lo scopo della loro aggressione è di issare quella bandiera su tutte le capitali d'Europa, tra le quali, in ultimo, Roma, la culla della Cristianità.
Regia: Renzo Martinelli
Interpreti: F. Murray Abraham, Enrico Lo Verso, Alicja Bachleda-Curus, Jerzy Skolimowski, Piotr Adamczyk, Matteo Branciamore, Marius Chivu, Antonio Cupo, Giorgio Lupano, Federica Martinelli, Gianni Musy, Daniel Olbrychski, Isabella Orsini, Borys Szyc, Yorgo Voyagis
Sceneggiatura: Renzo Martinelli, Valerio Massimo Manfredi
Fotografia: Fabio Cianchetti
Montaggio: Tommaso Feraboli
Durata: 2 ore
Valutazione Pastorale (dal sito della CNVF della Conferenza Episcopale Italiana)
Giudizio: Consigliabile, problematico, dibattiti
Tematiche: Evangelizzazione-missione; Guerra; Politica-Società; Storia; Tematiche religiose;
L'avvenimento è reale, tanto importante quanto abbastanza dimenticato nell'ambito della storia europea. Martinelli precisa di aver conosciuto il fatto e il nome di Marco da Aviano quando nel 2001 stava preparando l'anteprima in Friuli di "Vajont" e le televisioni mostrarono le immagini dell'attentato alle Torri Gemelle. "Si può dire che il lavoro sul film di oggi sia cominciato quel giorno di dodici anni fa". Confermando una spiccata preferenza per la Storia e per avvenimenti difficili e controversi (tra gli altri, 'Porzus' , 1997; 'Piazza delle Cinque Lune', 2003; 'Carnera', 2008; 'Barbarossa', 2009), il regista affronta una ricostruzione minuziosa e dettagliata di quell'episodio. Un momento di fronte al quale il corso della civiltà europea avrebbe potuto prendere una direzione opposta, e il destino di interi popoli cadere nelle mani dell'impero Ottomano. Riproporre quegli eventi di oltre trecento anni fa significa inevitabilmente misurarsi con una attualizzazione delle situazioni. Ne viene fuori, solo per restare alla impressione più immediata e inquietante, che già allora, di fronte alla minaccia musulmana, si pose un'Europa divisa e incerta, fatta di obiezioni e distinguo, e la riscossa fu affidata quasi interamente al coraggio interiore di Marco da Aviano, frate cappuccino, e alla forte reazione di Jan Sobieski, re di Polonia che riuscì a mettere insieme la Lega Santa. Affidato a grandi scene di battaglia e a un'epica narrativa un po' di maniera nella prima parte e più incisiva nella seconda, il copione ha il merito di riportare in primo piano una pagina di storia inopinatamente trascurata e di offrire molti agganci per una riflessione ampia sull'incontro/scontro tra religioni e culture. Oltre ad essere, dice Martinelli, un film "sulla insensatezza della guerra e anche delle guerre di religione, di tutte le guerre". Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in molte occasioni successive come avvio alla riflessione sui molti argomenti storici, culturali,religiosi che propone.
Dopo Barbarossa, Renzo Martinelli mette il saio e va alla guerra di religione: ma gli aerei?
“Guarda come muore un Gran Visir e non lo dimenticare mai”. Parola di Karà Mustafà (Enrico Lo Verso), strangolato il giorno di Natale del 1683 per volontà del sultano Maometto IV dopo la mancata presa di Vienna, e vi potrebbe tornare in mente il commiato del contractor Fabrizio Quattrocchi, giustiziato in Iraq nel 2004: “Vi faccio vedere come muore un italiano”.
Già, l’11 settembre 1683 di Renzo Martinelli (co-sceneggiatore con Valerio Massimo Manfredi…) ha la memoria lunga: “Il primo 11 settembre 300 anni fa…” (locandina), e per 113’ va in scena il cruento scontro di civiltà tra la cattolica Europa e l’Islam in marcia sotto lo stendardo verde del Profeta.
Sì, guerra di religione: “Dio per tutti”, ma non il Dio di tutti, e nel sanguinoso qui pro quo cade pure il cappuccino Marco da Aviano (F. Murray Abraham, attore-feticcio del regista sevesino), che si fa prendere un po’ la mano, anzi, il crocefisso, impugnato saldamente per “guidare” le truppe dell’imperatore asburgico Leopoldo I e del re polacco Jan Sobieski alla difesa della Mela d’Oro.
Meno cialtrone e raffazzonato dell’inguardabile Barbarossa, ma ideologicamente più infido (scontro tra noi e loro, oggi come allora), lascia una sola domanda: ma gli aerei? (Federico Pontiggia)