Questo evento non è attualmente presente nella programmazione dell'auditorium
Per conoscere la nostra programmazione vai alla home page del sito con oppure utilizza uno dei nostri canali informativi: newsletter
Giovanni è un giovane e tranquillo ingegnere elettronico di Genova che si è trasferito a Milano dove vive con la fidanzata Francesca, grazie alla quale ha trovato anche lavoro. Tuttavia, la sua routine viene interrotta dall'arrivo improvviso del suo gemello Jonny, vera e propria mina vagante il cui unico scopo nella vita è passare le notti in discoteca, ma che per volere del padre Michele è costretto a presentarsi all'esame per entrare nel corpo della Guardia di Finanza. A Milano Jonny scopre il Gilez, mitico locale dove in men che non si dica diventa una star della notte...
Regia: Paolo Uzzi, Giovanni Vernia
Interpreti: Giovanni Vernia, Maurizio Micheli, Susy Laude, Carmela Vincenti, Stella Egitto, Diego Abatantuono, Bebo Storti, Massimo Olcese, Paolo Sassanelli
Sceneggiatura: Giovanni Vernia, Paolo Uzzi, Michele Pellegrini, Francesco Cenni
Fotografia: Federico Masiero
Montaggio: Claudio Di Mauro
Musiche: Louis Siciliano
Durata: 1 ora e 33 minuti
Valutazione Pastorale (dal sito della CNVF della Conferenza Episcopale Italiana)
Giudizio: futile, semplice
Tematiche: Famiglia - genitori figli; Il comico
Un altro nome (Giovanni Vernia da Zelig) si aggiunge alla lista ormai infinita dei personaggi che dalla televisione si spostano al cinema. O forse sarebbe meglio dire: dal piccolo al grande schermo, perché questa è l'unica differenza visibile e certa. Per questi 'comici' la misura della scenetta breve e talvolta incisiva soffre infatti alla prova della durata dei 90', il copione deve adeguarsi ad un ritmo frammentato e di corto respiro. Partendo dai 'gemelli' e dagli equivoci che quella situazione provoca, la storia ripercorre un canovaccio 'classico' (scambi di persone...) e tutto sommato tradizionale (con lieto fine) che concede spazio a figurine di contorno tra caricature e stereotipi variamente riuscite. Nell'insieme modesto ma almeno sincero, privo di inutili ambizioni autoriali, il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come futile e nell'insieme semplice.
Utilizzazione: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, e in altre circostanze come esempio di quella larga fetta di cinema italiano che nasce a fianco della televisione (Checco Zalone e gli altri...).
Mi manda Zelig: Giovanni Vernia aka Jonny Groove sulle orme di Zalone, ma il passo è un altro...
I pantaloni muccati ci sono e pure gli occhiali trash, non mancano nemmeno le inconfondibili mosse da tamarro, ma quel Jonny Groove che a Zelig esaltava la platea al grido di “Essiamonoi Essiamonoi!” al cinema non fa lo stesso effetto. Il paragone che nasce spontaneo per il primo film di Giovanni Vernia aka Jonny Groove è quello con Checco Zalone. Anche se Ti stimo fratello non eguaglia il livello del comico pugliese. E’ il biopic di Vernia con la metafora dello sdoppiamento: Giovanni (Vernia), anonimo ingegnere genovese a Milano, ha un “gemello diverso”, Jonny, mina vagante con il pallino della discoteca. Il discotecaro, raccomandato dal padre maresciallo della Guardia di Finanza, deve fare l’esame per l’accesso all’Arma e piomba a casa del fratello scombinando la vita a lui e alla sua insopportabile fidanzata (Laude) figlia del suo capo (Storti). Jonny diventa la celebrità del Gilez e si innamora di Alice (Stella Egitto), cameriera/studentessa che piace anche a Giovanni.
Vernia ci prova a raccontare l’Italia di oggi: proprietari di locali come Diego Abatantuono (perfetto) ce ne sono davvero nella Milano da bere. E i bauscia in doppio petto, maserati e villa con piscina “modello Cortina” (leggi “evasori”) come Bebo Storti li conosciamo bene. Per non parlare dei raccomandati che vanno avanti a colpi di Rolex. Ma è solo un riflesso dell’esperienza personale del comico genovese.
L’apice toccato con uno sketch di pochi minuti non regge un film e anche se di battute azzeccate ce ne sono, altrettanti sono i momenti di imbarazzante stupidità, troppa persino per Jonny Groove. Se il discotecaro del film non riesce a passare l’esame per entrare nella Finanza, Vernia qualche sorriso lo strappa, ma è rimandato a settembre, con la speranza di vedere sul grande schermo un po’ più Giovanni e un po’ meno Jonny. (Giulia Iselle)
"Arduo definire film questa accozzaglia di tristi sketch da cabaret di terz'ordine pateticamente tesi ad imitare Checco Zalone. Ancora uno Zelig boy, Jonny Grove-Giovanni Vernia, co-regista con Paolo Uzzi, la cui misura è quella di pochi minuti: qui alle prese coi soliti equivoci dei gemelli uno perfettivo e l'altro solito idiota, è un disastro globale in cui non si ride mai, si esce tristi. Abatantuono c'è per ragioni di staff mentre Bebo Storti speriamo confidi al suo confessore perché l'ha fatto. Giovani, vi prendono in giro." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 9 marzo 2012)
"Imbarazzante (...) 'Ti stimo fratello' in cui Giovanni Vernia (che dirige con Paolo Uzzi), passa dal palcoscenico di 'Zelig' allo schermo nei panni di due gemelli. (...) Non si ride mai, mentre la sciatteria di sceneggiatura e regia è una vera tortura." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 9 marzo 2012)
"Spiacerà a chi s'è fatto incantare dalla pubblicità che ha cercato d'imporre Giovanni Vernia come un nuovo Checco Zalone. Campa cavallo. La fame di risate al cinema in questi mesi è tale che a ogni comico di 'Zelig' è offerta la chance di un veicolo a sua misura. Una raccomandazione per i produttori: andateci piano. La richiesta d'ilarità può crollare da un momento all'altro." (Giorgio Carbone, 'Libero', 9 marzo 2012)