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Durante una vacanza in Francia, per far visita al figlio Mirko, un industriale milanese abituato ad evadere il fisco con ogni mezzo incontra Gennaro, un finanziere rispettoso della legge, un onestissimo uomo del Sud. Il destino vuole che le due famiglie si ritrovino nella stessa camera d'albergo e che Mirko s'innamori di Natalina, figlia di Gennaro.
Regia: Claudio Risi
Interpreti: Massimo Boldi, Anna Maria Barbera, Enzo Salvi, Massimo Ceccherini, Loredana De Nardis, Emanuele Bosi, Biagio Izzo, Paola Minaccioni, Rocco Siffredi, Guglielmo Scilla, Raffaella Fico, Diana Del Bufalo
Fotografia: Gianlorenzo Battaglia
Montaggio: Mauro Bonanni
Musiche: Roberto Colombo
Valutazione Pastorale (dal sito della CNVF della Conferenza Episcopale Italiana)
Giudizio: Giudizio: Futile, grossolanità
Tematiche: Il comico
La commedia degli equivoci ha certamente una lunga tradizione nel cinema italiano, e, allo stesso tempo, arriva ad una vasta gamma di risultati. Qui si gioca allo scoperto sul terreno dell'intreccio ridanciano e sboccato in un clima da farsa volutamente sopra le righe. Se da una parte dispiace seguire questi prototipi italiani che si comportano a Parigi come fossero nel cortile di casa (nel senso di Milano, Firenze, Roma, Napoli, Sicilia: l'unità d'Italia), dall'altra non si capisce come si possa insistere su gag, smorfie, mossette, intercalari ormai usurati, stantii e poco simpatici. Gli attori sarebbero anche bravi ma preferiscono evidentemente restare prigionieri di cliché privi di novità e per niente fantasiosi. Comicità usurata, racconto faticoso, battute non di rado anche pesanti. Poco da salvare in un film che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come futile e segnato da grossolanità.
Utilizzazione: per quanto detto sopra, nella programmazione ordinaria il film potrebbe anche essere trascurato, vista la sua generale mediocrità.
Botta (Siffredi) e risposta: "Ti piace la Tour Eiffel? Dal davanti, non dal dietro". Boldi & Co. oltre i confini dell'audiovisibile
Rocco Siffredi: “Ti piace la Tour Eiffel?”. Massimo Ceccherini: “Dal davanti, non dal dietro”.
Se il buon gusto si vede dal mattino, dovremmo fermarci qui: Matrimonio a Parigi, ultima fatica di Massimo Boldi, si giudica da solo, battutacce all’orecchio. Regia di servizio di Claudio Risi, è “un film d’evasione”, almeno a dar retta al “portafortuna” Enzo Salvi, che torna per la nona volta al fianco del "capocomico" Boldi. Ma l’evasione non fa solo riferimento a frizzi, lazzi e trivialità assortite, bensì al tema stesso della commedia, perché Cipollino interpreta un industriale del Nord, campione delle televendite e orgoglioso evasore, che sul treno per Parigi incontra un napoletano (Biagio Izzo), che non è il classico mariuolo, bensì un ufficiale della Guardia di Finanza.
Nel cast all star (sic) anche Anna Maria Barbera, che storpia qualsiasi cosa favelli, Massimo Ceccherini alla frutta, Paola Minaccioni, Emanuele Bosi, Loredana De Nardis, Guglielmo Scilla, Diana Del Bufalo e la “berluschina” Raffaella Fico, nonché, appunto, Rocco Siffredi, che veste i panni di uno stilista bisex, con Ceccherini a far da mantra: “Ma non ti ho visto già da qualche altra parte?”.
Non drammatizziamo, c’è di peggio: nasi di Pinocchio nel deretano, phon inguinali, burlesque e travestimenti di serie Z, fallocentrismo spuntato, manichini trapanati ad arte e – courtesy Salvi – “Namo amo’, se attoppé (il cesso, NdR) e io vado a trombè”.
Si salvi chi può, eppure, è un Matrimonio più scritto (sceneggiatura a sei mani: Boldi, Gianluca Bomprezzi e Edoardo Falcone) delle precedenti avventure in solitaria - post divorzio da Christian De Sica - di Boldi, dalla cui trasferta parigina Medusa spera di ricavare un bel po’ di grano (oltre 500 copie in uscita). E, siamo sinceri, qualche inconfessabile risatina riesce pure a strapparla, perché la commiserazione schiude le labbra, complice un trash che sconfina involontariamente nel surreale. Si chiede Boldi: “Ma cosa ci faccio io alle donne?”. Ci chiediamo noi: che ci fa lui e compagnia "bella" al cinema? (Federico Pontiggia)
"Anticipo-avanzi di cine panettone, il film di Claudio Risi ci porta a Parigi con un trionfante evasore fiscale (Boldi) e signora e finanziere con moglie, figli, amici taroccati: vanno per la Gioconda del Leopardo. Scritta con volgarità da intercettazioni di faccendieri, la commedia si snoda tra gag centenarie, burlesque, battute di riciclo. Rocco Siffredi è lo stilista gay (...) e parla alla francese, ma solo per pochissime battute." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 21 ottobre 2011)
"Boldi è sempre Boldi. Nel bene e nel mal(uccio). Nel senso che grazie alla sua irresistibile simpatia qualche risata è certa, ma anche che quel repertorio è ormai alla frutta. La convivenza parigina tra l'evasore lombardo (ovviamente Boldi) e il capitano della Finanza Biagio lzzo ricorda, alla lontana, due celebri film di Totò, 'I tartassati' e 'Arrangiatevi', senza purtroppo averne il raffinato umorismo. Nel divertito, scoppiettante cast, una new entry da far strabuzzare gli occhi: la biondissima Alessandra Pozzi." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 21 ottobre 2011)
"Evasore fiscale milanese e integerrimo finanziere napoletano in un incrocio fatale a Parigi. Classica commedia di equivoci (c'è Siffredi ma non è un porno), con Boldi 'vedovo' dei cinepanettoni. Bentornato a Claudio Risi, figlio maggiore del grande Dino." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 21 ottobre 2011)
"5 milioni di euro di budget, 500 copie in sala, e la speranza dell'ad di Medusa Giampaolo Letta che incassi soldini buoni per produrre altri Sorrentino: commedia di servizio, dunque (...). Più solido, più scritto delle precedenti avventure in solitaria di Boldi, qui industrialotto del Nord che si incontra-scontra con un ufficiale della GdF napoletano (Biagio Izzo), 'Matrimonio a Parigi' strappa qualche confessabile risatina, con trivio e trash talmente a ruota libera da sconfinare nel surreale. Si chiede Cipollino, «ma cosa ci faccio io alle donne?»: chiedersi, piuttosto, che ci fa al cinema, no?" (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 20 ottobre 2011)