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Il film inizia in un giorno di un anno qualsiasi agli albori del terzo millennio. ‘Ntoni Malavoglia assiste a uno sbarco di clandestini. Sulla nave c'è Alef, che approfittando della confusione riesce a scappare. ‘Ntoni l'aiuta; gli trova un lavoro nelle serre e una casa nel vicolo dove abita con la sua famiglia. I Malavoglia sono pescatori. Possiedono una barca, la Provvidenza e una casa, che tutti chiamano "La casa del Nespolo". La famiglia è composta dal nonno Padron ‘Ntoni, da Bastianazzo, dalla moglie Maruzza e dai figli ‘Ntoni, Mena, Alessi e Lia. ‘Ntoni ha 20 anni e gli altri sono tutti più piccoli. Sono ragazzi poveri, come ce ne sono tanti in Sicilia, che a malapena hanno finito le scuole dell'obbligo. Una notte la Provvidenza fa naufragio e Bastianazzo muore. La famiglia inizia così a disgregarsi.
Regia: Pasquale Scimeca
Sceneggiatura: Pasquale Scimeca, Nennella Buonaiuto
Antonio Curcia, Giuseppe Firullo, Omar Noto, Doriana La Fauci, Greta Tomasello, Giovanni Calcagno, Vincenzo Albanese, Salvatore Ragusa
Fotografia: Duccio Cimatti
Montaggio: Francesca Bracci
Musiche: Alfio Antico
Il dramma verista in versione 2.0: tra vecchi (pescatori) e nuovi (migranti) poveri, l'umile adattamento di Scimeca
Girato in provincia di Siracusa (Pachino e Portopalo di Capo Passero), scritto dal regista e soggettista Pasquale Scimeca con Nennella Buonaiuto e Tonino Guerra, ecco il Malavoglia 2.0, che aggiorna la lezione di Verga e bypassa il precedente adattamento La terra trema con consapevole umiltà.
Reduce da Rosso Malpelo, Scimeca riabbraccia lo scrittore verista, dandogli domicilio nell’oggi: ‘Ntoni Malavoglia (Antonio Ciurca, già Rosso Malpelo), appassionato di dance, incontra il clandestino Alef (Naceur Ben Hammouda) appena sbarcato in Italia, lo ribattezza Alfio e lo porta con lui, il fratello Alessi (Giuseppe Firullo), il padre Bastianazzo ed il nonno a lavorare sulla barca di famiglia, la Provvidenza. Bastianazzo muore, mentre ’Ntoni è al nord a cercare lavoro. Una volta tornato in Sicilia, proseguirà l’attività di famiglia, mentre la madre impazzisce dal dolore, la sorella Mena (Elena Ghezzi) si innamora di Alfio e la più giovane Lia (Greta Tomasello) frequenta uno spacciatore. Sarà proprio la passione di ’Ntoni per la techno a risollevare le sorti familiari: la salvezza è un rap scritto con i proverbi del nonno e musicato da Alfio Antico, che firma la colonna sonora. Per il resto, è il solito, condivisibile Pasquale Scimeca, a suo agio nei panni dell’indie di lusso: non per il budget, palesemente low, ma per le intenzioni civili e ideologiche di cui si fa carico.
E torna inquadrare i giovani, col surplus della contemporaneità: è la periferia, urbana e antropologica, del Sud quella che vivono questi Malavoglia, condannati al destino più comune al mondo, la povertà. Opzione meritoria, portata avanti con sincera, evidente fede e qualche aporia di troppo: ben venga l’upgrade sociologico, ma il treno e non un più plausibile low cost per il Nord, il rap veicolo di riscatto e la techno per basso continuo sono eccessivamente pret-a-porter, escamotage ad alto coefficiente didascalico, mentre più interessante e stimolante è il passo doppio ma intrecciato tra vecchi e nuovi poveri, i pescatori e i migranti, abbandonati alle sorti del mare magnum, che ancora tutto può e poco concede. Essi (ri)vivono: non prendeteli di Malavoglia. (Federico Pontiggia)
"Dopo 'Rosso Malpelo', Pasquale Scimeca riabbraccia Verga. (...) Scimeca torna a inquadrare i giovani: è la periferia urbana e antropologica del Sud quella che vivono questi Malavoglia 2.0, condannati al destino più comune al mondo, la povertà. Non mancano didascalismi e fragilità, ma il low budget fotografa i pescatori e i migranti, per un identikit senza tempo: la terra trema ancora, sottoposta alle scosse dell'ignoranza, della sperequazione dell'uomo sull'uomo." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 28 aprile 2011)
"Adattamento in chiave moderna dell'opera del Verga, firmata da Pasquale Scimeca, prassi abituale negli Usa ma in Italia vista con sospetto. (...) Sembrerebbe, sulla carta, una scelta azzardata; invece, l'operazione è da promuovere in pieno grazie anche ad un cast amalgamato e credibile. Il rap del pescatore diventerà tormentone." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 29 aprile 2011)
"Spiacerà a chi non ha nessuna preclusione verso la contaminazione dei classici, ma un Verga manipolato da Scimeca farà tanta (troppa) fatica a digerirlo. Che c'entra la tematica dei 'Vinti' con i brani rap, le riprese con la telecamera a mano, i tamburi e le basi elettroniche?" (Giorgio Carbone, 'Libero', 29 aprile 2011)
"Il mare, il lavoro e i sentimenti sono al centro anche di 'Malavoglia' di Scimeca che rilegge con passione e buone intuizioni il capolavoro di Verga. I vinti questa volta hanno il volto non solo dei pescatori siciliani, ma anche quello dei migranti in fuga lungo la rotta di sogni destinati al naufrago." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 29 aprile 2011)