Auditorium di Casatenovo. Oltre 50 anni di cinema e teatro

Alberto Patrucco

Tempi bastardi

Regia di Alberto Patrucco

Alberto Patrucco - Tempi bastardi

Giovedì 6 aprile 2006 - Ore 21:00

Ingresso 20.00 €

Alberto Patrucco

"Fermate il treno, perché io voglio scendere..." e siccome il treno della realt non si lascia fermare, almeno impariamo a ironizzare sui capi-stazione. Questo potrebbe essere il motto di Alberto Patrucco, il comico di Zelig dai "pensieri contromano": le bombe intelligenti ("ma che differenza fa se poi me le tira un pirla?"), le guerre preventive ("Bombardare per la pace come trombare per la verginità"), i potenti ("Bush, questo texano con l"elettroencefalogramma concavo") ma anche gli inutili: Sgarbi ("...quest'uomo con il cervello perennemente in erezione"), i Milingo ("...ha sentito la voce di Dio e si fatto prete; ha sentito la voce del diavolo e si è fatto esorcista; ha sentito la voce del belino e si è fatto la coreana"), le Wanne Marchi ("Wanna Marchi sta all'onestà come Bossi alla sintassi"), le calendariate ("...Pare quasi che più han trombato per cercarsi un lavoro, meno trombano quando ce l'hanno") e tutti gli altri.

Ma i "pensieri contromano" di Alberto Patrucco parlano anche di tecnologia ("Millennium bug? Sembrava che si dovesse andare tutti a puttane. Per me, ero pronto: ne avevo già prenotate un paio"), di salute e di mucche pazze ("Nata a Cernobyl. Allevata a Mururoa. Macellata a Caorso"). Il libro di Alberto Patrucco di tutto questo parla e anche del resto, dei disastri che, alla faccia delle nostre speranze, hanno fatto armi e bagagli per trasferirsi dal vecchio millennio a quello nuovo. perché in questi tempi davvero bastardi, l'unica arma è provare a riderci sopra.

Chi conosce questo comico anticonformista, sa come si presenta in palcoscenico: semplicemente con la sua faccia e la sua verve. Classe 1957, abito di scena scuro, in omaggio alla scuola minimalista che imponeva massima attenzione alle mani e al volto.

Voce profonda, almeno quanto i temi che affronta con apparente leggerezza, rifugge ai travestimenti e ai lazzi pseudoclauneschi. Non vuole trasmettere messaggi, dice e ripete che non ha niente da insegnare a nessuno e, addirittura, afferma di non sapere di preciso ci?che vuole. E non gliene importa niente. perché di sicuro, sa ciò che non vuole.

Non vuole riproporre in teatro direttamente a contatto con il pubblico (come oggi sempre più spesso sembra accadere), i tempi e i modi della televisione. Dove contano i minuti e i secondi e dove gli spettatori, ossia coloro che effettivamente assistono in prima persona alla trasmissione televisiva, perdono la spontaneità perché da guardatori si sentono guardati.

Alberto Patrucco, attore comico di prima grandezza, ben noto alle platee italiane per il suo incontenibile eloquio, fondato sull'innata capacità di plasmare il linguaggio e i fatti. Nelle mani di Alberto Patrucco, le parole si trasformano in clava o fioretto, secondo le esigenze del monologo. Niente travestimenti e non sense, nulla di demenziale o farsesco. La comicità di Patrucco attinge e si alimenta dall'infinito serbatoio della realtà. Gli accadimenti sono quindi modificati e restituiti al pubblico privi di qualsiasi indulgenza all'imparzialità.

Con una sua personalissima strategia discorsiva, Patrucco, tratta un argomento, lo rivolta, creando vivissima attesa, per giungere, con arguzia e irresistibile comicità ad inaspettate conclusioni.

Se il mondo del cabaret, di questi tempi, declina inesorabilmente, da un lato verso la macchietta e la parodia, dall'altro verso uno stile che si avvicina di molto al comizio, Patrucco si allontana da tutto questo.

Niente gag di basso cabotaggio o profetiche verità. Nei testi che scrive e recita anche in televisione, c'è sempre il filo di un ragionamento che, dopo e al di là dell'effetto comico, fa meditare. Alberto Patrucco, come pubblico e critica testimoniano, è oggi uno degli attori comici più completi e rappresentativi del nostro cabaret. Ciò che offre è un'angolazione, un punto di vista, un'intuizione. Il pubblico, potrà farne ciò che vuole.

Alberto Patrucco (classe 1957) è un comico che viene dalla gavetta del palco: niente fronzoli né travestimenti, soltanto il suo linguaggio e la sua capacità di leggere tra le righe della realtà quotidiana. La satira e l'umorismo di Patrucco scavano con finezza nelle cose, nelle debolezze, nelle pose e nei comportamenti umani, con distaccato buonumore e con un pizzico di cattiveria. Il suo repertorio spazia dal costume alla politica, dalle mode ai personaggi che contano. La sua storia televisiva parte da Zelig (nell'edizione del 2000) per tornare a Zelig (edizione Zelig Circus e Zelig Officina nel 2003), passando attraverso un'esperienza di editorialista comico accanto a Gianfranco Funari per tutto il 2002 (Odeon TV).

Carlo Turati è uno degli autori di Zelig (dagli inizi ad oggi). Con Mondadori ha collaborato per i libri di Dario Vergassola (Me la darebbe?) e Marco Della Noce (Sochmacher).

Alberto Patrucco


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