Auditorium di Casatenovo. Oltre 50 anni di cinema e teatro

Lella Costa

Alice, una meraviglia di paese

di Lella Costa e Giorgio Gallione

regia di Giorgio Gallione

Le immagini dello spettacolo

 Mercoledì 27 aprile 2005 - Ore 21:00

Ingresso € 22.00

La domanda, inevitabilmente, è e sarà: perché? Perché Alice? La risposta carrollianamente corretta potrebbe essere, ovviamente: "perché sì", o in alternativa "perché no?"

Ma questa Alice non viaggia soltanto nei paesi delle meraviglie e attraverso gli specchi della fantasia sfrenata e della totale libertà d'invenzione linguistica; questa Alice non è soltanto la bambina bionda e appena un filo saccente, croce e delizia di un signore geniale e visionario dalla reputazione, ahimè, fatalmente ambigua: è anche altro. E' il salvacondotto per ogni possibile esplorazione delle parole, del linguaggio e del metalinguaggio, del gioco e del metagioco, della musica in ogni accezione. E' il simbolo di qualcosa, di tante cose che hanno popolato i sogni e i viaggi di tanti esploratori contemporanei; e di tante avventure. E' la radio che da Bologna negli anni settanta raccontava in diretta il mondo che esplodeva. E' quella che si faceva il whisky distillando i fiori, che non abita più qui (se mai qui è stata), quella nel cui ristorante stasera nessuno è felice (e d'altra parte, nel suo ristorante si può avere tutto quello che si vuole, a parte lei, no?), quella che guarda i gatti e viaggia nelle città. E' il nome che oggi si ritrovano addosso tante giovani donne che sono nate quando i loro genitori pensavano che il mondo si potesse cambiare, o almeno colorare in un altro modo. E' il più visionario (e meno infantile) dei film di Walt Disney.

E' tutte noi ragazze che a ogni età e in ogni situazione ci sentiamo vagamente a disagio, o fuori posto, troppo grandi o troppo piccole o magre o grasse, comunque inadeguate, comunque incapaci di scegliere la parte giusta del fungo, la cosa giusta da fare. E' il nonsense, il surreale come sublime piacere del paradosso, ma anche come grimaldello per esplorare e raccontare alcuni luoghi dell'indicibile contemporaneo: per esempio il carcere, per esempio la sofferenza psichica.

Per accompagnare la mia Alice in questa meraviglia di paese ho chiesto l'aiuto sapiente di Giorgio Gallione, che la insegue praticamente da sempre, e di Antonio Marras, che crea poesia e ironia in forma di abiti. Per farla danzare, ho pensato a Stefano Bollani. Non so se sono riuscita a spiegare il perché di questa scelta: ci proverò sul palcoscenico. Adesso, per dirla con Tom Waits - e chi meglio di lui? - "all that I can think of is Alice"

Lella Costa

Portare Alice in scena può voler dire intraprendere "un viaggio che somiglia più ad un cavaturaccioli che ad un sentiero", inseguendo tracce che non portano da nessuna parte, con regole fatte solo di eccezioni.

Così potremo scoprire che anche il nostro mondo, come quello di Carroll, è solo un gioco illusorio di ombre e luci dove si può entrare attraverso una screpolatura dell'aria, un foro della terra o un'improvvisa debolezza nella superficie di uno specchio.

Alice in palcoscenico può significare allora coltivare programmaticamente il nonsenso, andando a "lezione di oblio" o frequentando la scuola della Finta Tartaruga che insegna a scrivere con "pinna e calamaro" e dà ripetizioni di "dissenno". Ma Alice è anche inseguire "una specie di speranza disperata" consapevoli che talvolta viviamo prigionieri dei sogni altrui e che la "meraviglia di paese" in cui viviamo spesso è nient'altro che un mondo odioso e sgarbato, popolato da re e regine malvagie e da ciclopi ipnotizzatori col volto a forma di monoscopio.

E se "pensare confonde le idee" o è consigliabile, come ci dice Alice, imparare a guardare ogni cosa con una sorta di strabismo mentale, sarà forse utile (e divertente) attraversare pure i paradossi e i controsensi del mondo contemporaneo alla ricerca della follia e dell'insensatezza del nostro paese delle meraviglie, spesso troppo simile ad una partita a scacchi giocata da Re decerebrati e arroganti Cappellai Matti. Giorgio Gallione

Lella e Giorgio a confronto

Lella Costa e Giorgio Gallione, regista del Teatro dell'Archivolto, parlano in anteprima del loro spettacolo, o meglio di come è nata l'idea del loro spettacolo.

“L'idea è stata di Lella”, spiega Gallione, “mi ha telefonato e mi ha detto: voglio fare qualcosa su Alice. È nato così il progetto Alice, una meraviglia di paese che faremo a gennaio e che sarà la nostra prima collaborazione. È la storia di questa fanciulla immersa in un mondo fiabesco, che diventa metafora della follia contemporanea”.

“Credo che le idee nascono così: incontri un autore, un romanzo e senti il bisogno di comunicare il suo messaggio, non riesci a tenertelo per te. Così è stato per Alice che racconta episodi e situazioni di grande attualità. Voglio che questo spettacolo sia uno sguardo sulla vita contemporanea”, dice Lella Costa.

E non a caso Alice è un personaggio femminile: “le idee sono forse una prerogativa maschile? Idea, cultura, intelligenza, creatività sono sostantivi femminili!” sottolinea l'attrice. E continua, “le idee nascono da un'esigenza forte, provengono dalla realtà quotidiana, da ciò che ci circonda. È invece sbagliato tenere in vita le idee artificialmente, come per esempio i cartelloni dei teatri stabili, stravecchi!”.

Gallione risponde alla provocazione: “Sono d'accordo, la drammaturgia si è rinnovata poco rispetto alle altre arti, c'è poca attenzione per il diverso, si premia il conosciuto. Ritengo che la soluzione stia nella contaminazione con altri generi; bisogna trovare nuovi stimoli nel fumetto, nel cinema, nella musica e nella letteratura”.

Lella Costa - biografia

Dopo gli studi in Lettere e il diploma all’Accademia dei Filodrammatici esordisce nel 1980 con il suo primo monologo: Repertorio, cioè l’orfana e il reggicalze.

È l’inizio di un percorso che la porterà a frequentare autori contemporanei, a farsi le ossa alla radio, ad avvicinarsi al cosiddetto teatro-cabaret ed a raggiungere il successo divenendo una delle più amate attrici italiane.

Nel 1987 debutta con Adlib, monologo con cui inizia anche la sua attività di autrice. Seguiranno Coincidenze, Malsottile, Magoni, (con le musiche originali di Ivano Fossati), La daga nel loden, Stanca di guerra (scritto in collaborazione con Alessandro Baricco), Un’altra storia (con la regia di Gabriele Vacis), Precise Parole e Traviata, sempre con la regia di Vacis.

Lella Costa alterna l’impegno teatrale con rare, ma raffinate apparizioni televisive, indovinate trasmissioni radiofoniche e un costante impegno civile a favore soprattutto di Emergency.

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