(Prefazione del libro "1965 - Centro Culturale Brianteo - 1975")
L'idea di fondare un Centro di cultura che potesse determinare con la sua presenza un più alto livello spirituale e culturale in una vasta zona come la Brianza, ci è apparsa evidente, nel suo particolare aspetto di necessità, al vaglio di considerazioni e osservazioni di varia natura.
La principale considerazione riguarda la struttura culturale della Brianza.
Il fatale e inevitabile evolversi delle prospettive esistenziali dell'uomo moderno da una antica posizione di cieca obbedienza a una posizione critica, non poteva non generare una frattura nella concezione tradizionale della vita di una popolazione, specialmente di quella formata dalle leve giovanili.
La prova più evidente dell'esistenza di questo stato di necessità l'ha avuta il Centro Culturale Brianteo, se ben si consideri e si analizzi la radiografia del suo pubblico che ha dato e continua a dare una percentuale di frequenza giovanile che raggiunge e a volte supera l'80%.
Questa inevitabile frattura, operando nel vivo di un tessuto umano impreparato e indifeso, non poteva che provocare una reazione a catena estremamente pericolosa, sia in campo civile che religioso. La stessa religione, intesa nella sua più alta espressione di intima relazione fra l'uomo e la divinità e quindi richiedente l'apporto totale e responsabile dell'intera personalità di questo a quella, non poteva affidare alla sola tradizione, troppo sovente epidermica, la conservazione e la difesa dei suoi valori ma doveva necessariamente essere alimentata da un'intima misura vitale, liberamente vissuta e sofferta dal di dentro.
Lo stesso concetto, anche se realizzato su diverso livello, valeva anche per l'apporto dell'uomo alla vita sociale e civile.
Un'altra considerazione è apparsa evidente ai nostri occhi in seguito al manifestarsi disordinato di una palese inquietudine critica di tanta parte della popolazione giovanile della Brianza. Questa inquietudine trovava il suo naturale sfogo nel moltiplicarsi di piccoli ma numerosi gruppi culturali, il più delle volte impreparati a considerare la cultura come genuina espressione di vera libertà, gruppi strumentalizzati in sede ideologica ma che denunciavano chiaramente la realtà di una esigenza premente dal basso.
L'esistenza di questi gruppi che potevamo considerare, in sé e per sé, espressione positiva di un desiderio di ricerca culturale, ma che si annunciavano operanti nell'ambito di una popolazione ancora impreparata nei suoi livelli medi e quindi soggetta all'influenza di organismi ideologicamente strumentalizzati, sospingeva alla ribalta la necessità di ottenere, mediante uno strumento di vasta portata, il miglioramento spirituale e culturale « di base » di questa massa, strumento che, per la pluralità dei suoi sostenitori, assumesse un carattere di vera partecipazione sociale e non fosse solamente il risultato di un mecenatismo di poche persone.
Il Centro Culturale Brianteo, nell'ottobre del 1965, iniziava il primo anno di attività facendo propria quella formula che doveva dimostrarsi poi, col passare degli anni, di estrema efficacia.
Il Centro Culturale Brianteo ha cercato di raggiungere i suoi scopi abbinando brevi conferenze di insigni oratori alla immediata esecuzione delle opere d'arte affidate al valido veicolo del grande interprete, onde ottenere, con questo mezzo, il necessario richiamo alla frequenza di una vasta massa di popolazione e un conseguente maggior risultato di penetrazione della parola dell'oratore.
L'ingresso alle sue manifestazioni è sempre stato totalmente gratuito, onde non frapporre ostacolo alcuno alla partecipazione di quelle categorie di popolazione alle quali particolarmente il Centro si rivolge. Offrire cioè, al di fuori e al di sopra di ogni differenza ideologica e di classe, un mezzo di affinamento spirituale e culturale atto a determinare, nella zona in cui opera, un sempre più alto costume di vita.
Offrire questa possibilità alla gente di Brianza e particolarmente a coloro che, per difetto di luogo, di tempo, di mezzi di trasporto e di mezzi finanziari, non possono avvicinarsi a quelle fonti di cultura e d'arte che permettono invece ai più dotati e ai più abbienti di migliorare e integrare la loro personalità umana attraverso un più compiuto e approfondito arricchimento delle loro facoltà spirituali.
I risultati raggiunti sono stati veramente lusinghieri dal momento che le manifestazioni di questo Centro hanno raccolto un pubblico di oltre 2 000 persone per sera, cosicché, nel volgere di dieci anni di attività, ha registrato una partecipazione di oltre 200 000 persone.
Questa, illustrata brevemente, è l'attività di un Centro che, ormai conosciuto in campo nazionale e internazionale, può essere considerato, crediamo, un vanto e un onore per la terra di Brianza.
Questa è la natura di un Centro che intende testimoniare che la cultura non significa privilegio ne sterile accademia. Essa è invece un insieme di valori che riguardano la vita di ogni individuo e che contribuiscono a dare a questa significato e forza responsabile.
LA DIREZIONE
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Testi e immagini di questa pagina sono tratti dal libro "1965 - Centro Culturale Brianteo - 1975" edito da Arti grafiche Confalonieri, 1975. Le fotografie sono di Pietro Redaelli