Sabato 7 ottobre | Ore 21:00 |
Domenica 8 ottobre | Ore 21:00 |
Una delegazione cinese arriva in Italia per rilevare un grande impianto da un'acciaieria in disarmo. Vincenzo Buonavolontà, manutentore specializzato nei controlli delle macchine, è convinto che l'altoforno in vendita non sia in buone condizioni e vuole ostinatamente trovare il guasto perché non succedano, com'è già accaduto, incidenti gravi agli operai che dovranno manovrarlo. Vincenzo scopre il difetto dell'impianto quando però i cinesi sono già ripartiti con tutto il carico per il loro Paese. Non ci pensa due volte: vola a Shanghai per consegnare di persona la centralina idraulica modificata che permetterà all'altoforno di funzionare perfettamente. Ma lo aspetta una brutta sorpresa: l'azienda cinese che aveva comprato l'impianto lo ha già rivenduto ad altri, il capo della delegazione che Vincenzo aveva conosciuto in Italia è passato a nuovi incarichi e, soprattutto, nessuno sa o vuole dire dove sia finito l'altoforno...
Valutazione Pastorale (dal sito ACEC)
Giudizio: Accettabile/problematico/dibattiti
Ha un finale in sospeso questa affannosa e un po' incongrua vicenda nella quale, accanto a Vincenzo/Sergio Castellitto, coprotagonista diventa la ragazza e, tramite lei, la Cina. Una volta si correva sulle deserte strade degli States, dove si decidevano storie e destini; oggi il nuovo mito degli scenari 'on the road' si appresta ad essere la Cina, immensa, sterminata, incomprensibile. Lungo il viaggio Vincenzo osserva stridori, contraddizioni, situazioni di forte disagio sociale ma vede anche studenti allegri, divertimento e una modernità che avanza e tutto travolge. Due facce opposte del 'pianeta Cina', che forse già sapevamo, ma Amelio ce lo vuole ricordare e le varie tappe sono osservate con il consueto sguardo delicato e affettuoso, fatto di voglia di capire e di stare dalla parte dei più deboli. Il regista però scivola sulla linea rischiosa del didascalismo e di una certa genericità espressiva. La figura del buon operaio/tecnico dal cuore d'oro rischia di arrivare fuori tempo, e un realismo più aspro, scontroso, meno accomodante avrebbe servito meglio la causa del dialogo con una Cina ormai vicinissima a noi. Dal punto di vista pastorale, il film, per la sua serietà di intenti, é comunque da valutare come accettabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e da proporre in altre occasioni per avviare riflessioni sul rapporto tra Europa e Cina, tra Italia e Cina, a livello sociale, culturale, politico, religioso.