Sabato 14 ottobre | Ore 21:00 |
Domenica 15 ottobre | Ore 16:00 e 21:00 |
The Black Dahlia racconta una storia di ossessione, amore, corruzione, avidità e depravazione basata sul brutale omicidio di una starlet di Hollywood nel 1947, che colpì e commosse la nazione in quegli anni e resta a tutt'oggi irrisolto. Due poliziotti ex-pugili, Lee Blanchard e Bucky Bleichert, sono incaricati di indagare sull'omicidio dell'ambiziosa attricetta Betty Ann Short detta "The Black Dahlia", un crimine così orrendo che non ne vennero mai mostrate le immagini al pubblico.
Regia | Brian De Palma |
Sceneggiatura | Josh Friedman |
Dal romanzo di | James Ellroy |
Josh Hartnett | Scarlett Johansson |
Hilary Swank | Aaron Eckhart |
Mia Kirshner | Noel Arthur |
Judith Benezra | Mike Starr |
Valutazione Pastorale (dal sito dell'Associazione Cattolica Esercenti Cinema (ACEC))
Giudizio: Accettabile, riserve, scabrosità
L'episodio é reale. Elizabeth Short era nata nel 1924 nel Massachusetts e a 19 anni si era trasferita in California col sogno di fare l'attrice. Su questa vicenda James Ellroy ha lavorato con puntiglio, raccogliendo molto materiale. Il libro "Black Dahlia" é uscito nel 1987. "Ho dovuto affrontare un percorso molto lungo con Elizabeth Scott e scrivere 'The Black Dahlia' prima di poter parlare di mia madre" dice Ellroy. Com'è noto l'omicidio della mamma del romanziere americano avvenne nel 1958 ed é al centro di "I miei luoghi oscuri" pubblicato nel 1996. Si vorrebbe quasi continuare a parlare dello scrittore, ma c'è un film e bisogna dirne qualcosa. E' che De Palma é ancora una volta bravissimo nel costruire l'azione secondo un linguaggio misto tra attualità e passato: ossia proprio quel clima del cinema 'noir' del secondo dopoguerra alla Tourneur, o alla Hawks. Ma alla lunga la perfezione del regista sfocia in un certo, insistito manierismo e la fotografia pastosa di Vilmos Szigmond accresce la sensazione di un racconto la cui magmatica materia prevale sulle ragioni della sintesi. L'affresco si dilata troppo, affascinante sul piano visivo ma dispersivo su quello narrativo. Lo scavo nella 'amoralità' del luogo e nell'inferno delle menti emerge tuttavia con sufficiente chiarezza, e senza compiacimenti. Dal punto di vista pastorale dunque il film, nella sua dimensione anche di denuncia, può essere valutato come accettabile, sia pure con riserve per alcune scabrosità presenti.
Utilizzazione: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, con attenzione per la presenza di minori. Stessa cura, esoprattutto per i più piccoli, é da tenere in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.